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senso Come curare quel senso di vuoto.

2011
25 SET





vuoto Ho 30 anni, non lavoro e vivo con i miei genitori.
In questo periodo ho questi sintomi: stato di costante inquietudine e tormento, blocco psicofisico, debolezza fisica e mentale, oppressione toracica costante, frequenti tachicardie, stordimento e intontimento della testa, vitalità molto bassa, mancanza di concentrazione ed estrema confusione, umore costantemente bassissimo, mancanza di stimoli di piacere, sensazione di impazzire!
Credo si tratti di una depressione endogena dovuta a fobia sociale e a disturbi della personalità e penso di trovare le cause psicologiche in: timidezza esagerata, mancanza di autostima e amor proprio, mancanza di forza e coraggio, mancanza di responsabilità, PAURA DI VIVERE, ossessione dei pensieri negativi ripetitivi, paura della vergogna-umiliazione-rifiuto-giudizio altrui, estrema pigrizia e svogliatezza, credere di non sapere fare nulla, ansia.
I miei comportamenti attuali sono: pregressivo isolamento sociale, evito i contatti per internet e per telefono, limitatissime attività fisiche, permanenza in casa quasi totale con i genitori, in cura da 5 anni da un neurologo.
Uso e abuso di birra, vino, tabacco e cannabis.
Come ben sanno gli psicoterapeuti, il motivo più frequente che ai nostri giorni spinge le persone in consultazione è una dolorosa sensazione di mancanza di un senso profondo che motivi il proprio esistere, ciò che comunemente è definita appunto "crisi esistenziale", i cui sintomi sono comuni a tutte le persone che ne sono colpite ed espresse nel racconto qui sopra.
La nostra vita si esprime attraverso varie identità, le identità affettive: siamo figli, padri, madri, fratelli, amici, partner sentimentali ecc..; e le identità sociali ovvero i vari ruoli che interpretiamo nella società: il medico, l'idraulico, il muratore, l'impiegato postale, ecc.
La crisi in una di queste identità, se colpisce il senso profondo del nostro essere Persona, provoca la cosiddetta 'crisi esistenziale'.
Tutti i cambiamenti di vita (nascita di un figlio, matrimoni, fallimenti, lutti, ecc.), possono comportare un cambiamento dell'immagine di sé e una perturbazione emotiva che può durare, secondo ognuno di noi, più o meno a lungo ed essere più o meno intensa.
Gente di ogni ceto sociale, attori e cantanti famosi, realizzati dal punto di vista lavorativo e affettivo, ai quali nulla manca dal punto di vista materiale, ne è immancabilmente colpita.
Quel senso di vuoto inspiegabile che ti porta a disinteressarti di tutto e di tutti, che ti toglie ogni gioia di vivere ti colpisce all'improvviso come un pugno in pieno volto.
La crisi esistenziale è un male complesso e arriva a devastare ogni piccolo angolo della tua vita
coinvolgendo amore, lavoro, aspirazioni per il futuro, situazione con amici, parenti ecc..
E' brutta perché magari da una cosa che ti va male inizi a pensare che ti vadano male tutte le altre e arrivi a credere che tutto quello che hai costruito fino a quel momento nella tua vita valga poco o nulla.
E' brutta soprattutto perché nessuno può dirti qualcosa di veramente utile: si sa, quando uno è in crisi VUOLE sentircisi e non accetta minimizzazioni, facili ottimismi, barlumi di speranza.
E così le persone che ne sono colpite, iniziano un bel giorno a sentirsi insoddisfatte.
Insoddisfazione che potremmo paragonarla a una piramide, di quelle che riflettono la luce del sole: dovunque la giri fa arrivare ovunque i suoi effetti attraverso i raggi….
E così se inizialmente sei insoddisfatto del lavoro, ma pensi che tutto sommato il resto vada bene, poi il giorno dopo ti guardi allo specchio e vedi che in fondo nemmeno le amicizie ti danno poi più di tanto….
Così dopo qualche giorno di demolizione totale di te stesso davanti allo specchio decidi che è ora di fare qualcosa di grande, trovare un rimedio: scappare.
Ognuno sceglie la strada che più gli sembra efficace: la seconda soluzione apparentemente più facile perché più a portata di mano e meno costosa in termini d'investimento personale è lo psicofarmaco, l'antidepressivo che molti sperano compia miracoli.
Le richieste quadruplicate per i farmaci antidepressivi, che dalle 8 dosi giornaliere per 1000 abitanti del 2000 passano alle 40 del 2011, o i 496 casi di suicidio solo in Lombardia nell'ultimo anno la dicono lunga.
Altre forme di auto medicamento assai diffuse sono le droghe e l'alcool verso le quali sempre più giovani di età inferiore ai 18 anni si rivolgono.
L'allarme alcolismo giovanile è scattato in Europa e anche in Italia.
La conferma che anche i nostri giovani sono sulla strada del graduale suicidio da alcol,come i loro colleghi del centro e nord Europa, è venuta da una ricerca dell'Università Vita-Salute del S. Raffaele di Milano. L'inchiesta fu fatta su un campione di 2362 studenti delle scuole superiori attraverso questionari anonimi, con domande sull'uso e abuso di droghe e alcol e sui comportamenti sessuali a rischio di contagio Hiv-Aids. Desolante il risultato.
E non stiamo parlando di extra terrestri, ma dei giovani che troviamo per strada, sui mezzi di trasporto, sui banchi di scuola, nei super mercati.
Qualcuno ha confessato di essersi ubriacato in un mese ben 17 volte, spesso da solo.
In alcuni casi, con un pericolosissimo mix di marijuana e alcol.
Il 42% ha usato droghe almeno una volta. Il primo contatto con sostanze stupefacenti illegali è individuabile a circa 14 anni e mezzo. La marijuana è la droga più diffusa tra i ragazzi (80% degli intervistati).
Con il consumo dell'alcol sono aumentati le gravidanze involontarie, gli stupri, e ora anche l'AIDS. Con l'alcol ogni precauzione scivola via, ogni paura è esorcizzata.
«Un terzo degli omicidi commessi negli Stati Uniti avviene in stato di ubriachezza», denuncia un medico, ufficiale delle forze armate USA.
La metà degli incidenti stradali mortali che uccidono ragazzi avviene in stato di ubriachezza. alchool

Circa 400 mila studenti sono bevitori accaniti prima di arrivare alla terza media; 600 mila si sbronzano regolarmente all'ultimo anno della scuola superiore
Un altro subdolo mezzo di ''autoguarigione-fittizia'' è dato dalla corsa all'acquisto sfrenato di oggetti molto spesso inutili che sono magari abbandonati il giorno stesso.
In questo modo ci si sente gratificati e risollevati (almeno per quella frazione di secondo).
Ci sono poi gli psicoterapeuti che nei loro immacolati studi di terapia cercano di analizzare quello strumento miracoloso e veramente complesso che è il nostro cervello, la nostra mente.
La psicologia, è vero, ci aiuta a risolvere alcuni blocchi che offuscano il cammino, ma da sola non basta, non risolve il problema.
Bisogna rivolgere il nostro sguardo e la nostra attenzione altrove, oltre le cure materialistiche ideate da uomini imperfetti e di conseguenza non privi di errori.
L'essere umano è debole (in ogni suo aspetto della vita), e affidarsi ciecamente a metodi di per sé imperfetti non credo serva a molto.
Rivolgiamo il nostro sguardo altrove, verso Colui chei tutto conosce e tutto possiede!
Ritorniamo alle nostre origini di uomini credenti che col tempo si sono persi lungo la strada.
Chi meglio di Colui che ci ha creato dal nulla conosce ciò che è meglio per noi e ciò che invece nuoce alla nostra salute?
Proprio come l'inventore di un qualsiasi marchingegno ne conosce alla perfezione il suo funzionamento, sa quali sono i suoi limiti.
Il nostro Signore ha fatto scendere su di noi numerose guide che spiegano come comportarci al meglio per vivere bene con noi stessi e con gli altri; guide sottoforma di libri fatti scendere con la venuta dei profeti.
L'ultima, completa e definitiva di queste guide è rappresentata dal Corano, il libro sacro dei musulmani: l'ultima rivelazione divina che racchiude in sé tutto il sapere dell'umanità!
Un miracolo tra i miracoli che ci spiega come il cibo sia una guarigione e prevenzione per molti mali; come un sorriso a volte vale più di mille parole.
Ci spiega il comportamento giusto da adottare in qualsiasi minimo aspetto della nostra vita, per vivere bene con noi stessi in armonia con gli altri.
Ci spiega come uscire dalle situazioni difficili e tristi della nostra esistenza e come valorizzare e dare la giusta dimensione a quel minuscolo essere facente parte di questo immenso universo: l'Uomo!

Oggi recenti studi confermano che anche una piccola assunzione di alccool può provocare ipertensione, secondo ricerche condotte in Giappone.
Il dottor Noriyuki Nakanishi, del reparto di medicina sociale e ambientale, nell’università di medicina di Osaka, autore principale di tale ricerche, ha concluso affermando che‘’L’assunzione di alcool rappresenta un importante fattore di rischio di ipertensione’’Precedenti ricerche hanno dimostrato benefici per la salute per coloro che assumono piccole quantità di alcool, ma i recenti studi dimostrano che anche un piccolo consumo di alcool può costituire riscio per la salute di molte persone (una su quattro).
Il rapporto tra vino e tumori è ormai sicuro.
E’ ciò che sostiene il professore Gianni Testino, vice presidente nazionale della Società italiana di alcologia (Sia), Coordinatore del Centro Oncologico della Regione Liguria e Direttore dell’Unità operativa Alcologia dell’Istituto Scientifico per la Ricerca sul Cancro dell’Ospedale San Martino di Genova.
Egli insieme all’Associazione nazionale utenti di servizi pubblici (Assoutenti) e allo studio di avvocati “Conte e Giacomini” di Genova, sta lottando per far inserire sulle etichette delle bevande alcoliche sia della dicitura “favorisce il cancro” sia l’indicazione degli ingredienti che compongono la bevanda.
Questa la dichiarazione di Testino: “I dati dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) parlano chiaro: sono attribuibili all’alcol circa 40 per cento tumori del fegato, 18 per cento di quelli alla mammella, 20 per cento dell’intestino”. Dati che lanciano un allarme!
Il professore si rivolge ai produttori di bevande alcoliche ma anche e soprattutto al Ministero della Salute: chiede di indicare sulle confezioni di vino, birra e superalcolici la presenza dell’etanolo (contenuto in tutti i prodotti alcolici) e di scrivere che può causare il cancro.
Inoltre è fondamentale che siano segnalate tutte le sostanze contenute. In particolare ci si riferisce ad Arsenico, Benzene, Acrilamide, Nitroderivati, Formaldeide, Crilamide, Etilcarbamato (sostanze del gruppo 1, ovvero con massima potenza cancerogena sull’umano, dell’Oms), che possono esserci oppure no nelle bevande alcoliche.
Queste informazioni sono fondamentali per il consumatore per poter scegliere in modo consapevole.Il profeta Muhammad (*) ha detto: ‘’ogni intossicante è proibito; ed ogni bevanda, un faraq (grande quantità) del quale causi intossicazione, è proibita anche in minima quantità’’ Allah (gloria a Lui l’Altissimo) e il profeta Muhammad (che la pace e la benedizione siano su di lui) ci avvisarono del pericolo dell’alcool già 14 secoli fa.



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