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islam Dietro il velo: le verità nascoste.

2014
31 mag



I PRIVILEGI DELLA DONNA IN STATO INTERESSANTE

Alhamdullilah, I am Muslim.
Quando una donna è gravida , tutti gli Angeli fanno Istighfar (chiedono perdono) per lei.
Per ogni giorno della sua gravidanza, le vengono registrate 1000 buone azioni e le vengono cancellate 1000 azioni cattive.
Quando una donna gravida inizia a sentire i primi dolori delle contrazioni, Allah subhana wa ta'ala le prescriverà lo stesso sforzo di colui che compie una jihad (lotta spirituale o fisica) per la Sua causa.
Quando una donna resta incinta di suo marito ed egli è soddisfatto di lei, ella otterrà i benefici di una persona che digiuna per Allah e di una persona che passa la notte in ibaadah (adorazione).
Una donna dalla gravidanza fino allo svezzamento del bambino è come un Mujahid (colui che lotta per la causa di Allah swt) che è posizionato alle frontiere della terra Islamica. Se muore durante questo periodo, ella morirà come shahid (martire).
Due raka'at eseguite da una donna incinta sono meglio di 80 raka'at eseguite da una donna non incinta.
Una donna che dà alla luce un/a bambino/a ottiene il merito di 70 anni di salat (preghiera) e digiuno. Per ogni vena dalla quale ella abbia provato dolore, Allah swt le darà i meriti di un Hajj (pellegrinaggio alla Mecca) accettato.
Se una donna muore entro i 40 giorni dopo la nascita del/la bambino/a, morirà come shahid (martire).
ventreIl Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui),ha detto: "Una donna che muore vergine o durante la sua gravidanza o nel momento in cui partorisce o durante la nifaas, verrà considerata una martire." ha inoltre detto: "Quando i dolori del suo travaglio cominciano, gli abitanti della terra e dei cieli non sono consapevoli delle ricompense che vengono preparate per lei.
Quando dà alla luce il bambino e lo nutre dal suo seno, verrà ricompensata per ogni sorso di latte, se deve rimanere sveglia la notte per il bene del suo bambino, riceverà gli stessi riguardi di colui che libera 70 schiavi per la causa di Allah Ta'ala.
O Salaamat! Sai chi sono queste donne? Sono donne devote, con comportamento retto, delicate ma obbedienti ai loro mariti e mai ingrate nei loro confronti."
Fonte: Madrasa In'aamiyyah
** TRADUZIONE IN ARABO **
السؤال: أود أن أعرف فضائل الحمل في الإسلام ، وما هي العبادات التي تنصح المرأة القيام بها خلال مدة الحمل ، وهل صلاة الحامل لها أجر أكبر من صلاة غير الحامل ؟ وجزاكم الله خيرا . الجواب :
الحمد لله
أولا :
ليس من شك أن حمل المرأة وولادتها هو محصل لمقصد شرعي محبوب عند الله : وهو تكثير نسل الموحدين المسلمين ، أتباع النبي صلى الله عليه وسلم ، فهذا أهم ما ينبغي أن توجه المرأة نيتها إليه في حملها . عَنْ مَعْقِلِ بْنِ يَسَارٍ قَالَ : جَاءَ رَجُلٌ إِلَى النَّبِيِّ صَلَّى اللَّهُ عَلَيْهِ وَسَلَّمَ فَقَالَ : إِنِّي أَصَبْتُ امْرَأَةً ذَاتَ حَسَبٍ وَجَمَالٍ ، وَإِنَّهَا لَا تَلِدُ ؛ أَفَأَتَزَوَّجُهَا ؟ قَالَ : لَا !!
ثُمَّ أَتَاهُ الثَّانِيَةَ فَنَهَاهُ .
ثُمَّ أَتَاهُ الثَّالِثَةَ فَقَالَ : ( تَزَوَّجُوا الْوَدُودَ الْوَلُودَ فَإِنِّي مُكَاثِرٌ بِكُمْ الْأُمَمَ )
رواه أبو داود (2050) والنسائي (3227) ، وصححه الألباني .
ولأجل ذلك المقصد الذي أشرنا إليه ، كان في ذلك الحمل الذي يشق على صاحبته ،وتحتمله ، فوائد تعود إلى أمه من ورائه ، ومنها :
1- الاستعداد النفسي والعلمي للعملية التربوية التي هي أخطر وأعقد العمليات على الإطلاق ، يحتسبان فيه تنشئة المولود على الخلق والدين لوجه الله تعالى ، ويرجوان أن يكتب الله لهما الأجر والثواب بعمل ابنهما الصالح ، ليكون لهما صدقة جارية من بعدهما ، وينالان بذلك أجورا عظيمة لا يعلمها إلا الله .
2- المشقة التي تصيب الحامل ، من آلام وأمراض وتبعات صحية ونفسية ومادية في أحيان كثيرة : كلها أجور وثواب تكتب للمرأة الحامل ، إن شاء الله ، فالعبد المسلم يأجره الله على كل ما يصيبه في الدنيا ، حتى الشوكة يشاكها يكفر الله بها من خطاياه ، فشأن آلام المخاض والحمل أعظم وأكبر .
3- بل لو قدر أن هذه المرأة ماتت في ولادتها : ماتت شهيدة ، وهذا دليل على فضل ما هي فيه . قال صلى الله عليه وسلم : ( وَالمَرْأَةُ تَمُوتُ بِجُمعٍ شَهِيدة ) رواه أبو داود (3111) وصححه النووي في "شرح مسلم" (13/62) ، وقال : التي تموت بالولادة ، يعني ماتت مع شيء مجموع فيها غير منفصل عنها .
ثانيا :
أما العبادات التي يمكن للحامل الاشتغال بها فهي جميع العبادات التي يؤديها المسلم في يومه وليلته ، من صلاة ، وصيام – ما لم تخش الضرر -، وصدقة ، وتلاوة للقرآن الكريم ، ومحافظة على الأذكار الشرعية ، والإحسان إلى الناس ، وزيارة الأرحام ، ومراقبة النفس والرقي بها إلى معالي الأخلاق والأعمال والأقوال .
ولعل من المهمات التي ينبغي على المرأة أن تصرف عنايتها إليها في هذه المدة ، تعلمَ أساليب التربية السليمة ، والقراءة في الكتب المتخصصة بهذا الأمر ، أو الاستماع إلى المحاضرات النافعة للعلماء المربين ، سواء على صعيد التربية الأخلاقية أم الصحية أم النفسية أم التعليمية ، وذلك استعدادا للمهمة العظيمة التي حملها الله الوالدين ، وهي أمانة التربية والرعاية ، فيخوض فيها الوالدان عن علم وبصيرة ، ويحققان أفضل النتائج، فينالان رضا الله في الدنيا والآخرة . وأما شعائر خاصة ، أو أذكار خاصة بالمرأة في حملها ، فلا نعلم في الشرع شيئا من ذلك .
وأخيرا ننبه هنا إلى ورود بعض الأحاديث التي تدل على أن حمل الزوجة له أجر كأجر الصائم القائم في سبيل الله ، وترتب الأجور الأخرى الكثيرة على الولادة والرضاع والفطام ، ولكنها أحاديث موضوعة مكذوبة ، لا يحل روايتها ولا التحديث بها إلا على وجه التحذير ، وقد سبق في موقعنا ذكر بعضها في الجواب رقم : (121557) والله أعلم .

L'USCITA DELLA DONNA

donneLa Lode è ad Allah, (gloria a Lui l'Altissimo),la Parola più sana e la più vera è quella di Allah l'Onnipotente, e il cammino il più giusto è quello del Profeta Mohammed (pace e benedizione su di lui)
« Il pudore fa parte della fede. »
[Riportato da Ahmad]
Allo stesso modo che il musulmano apprende la fede, deve apprendere il pudore.
Saper essere pudici, modesti, richiede del tempo e degli sforzi su se stessi. Inoltre, così come è obbligo alla donna musulmana di coprirsi con un abbigliamento islamico, durante le sue uscite, altrettanto bisogna rivestirsi della propria fede e del proprio pudore.
« Non prendete il centro del sentiero, ma camminate ai lati.»
[Riportato da Abu Dawud]
E Oum Salamah (che Allahl'abbia in gloria) ci racconta: « …esse camminavano sui lati, a tal punto che i loro vestiti si attaccavano al muro.» Allah l' Eccelso dice: « 25. Una delle due donne venne a trovarlo camminando pudicamente e gli disse: mio padre t'invita per ringraziarti di aver abbeverato le nostre bestie. »
[Corano, Sura Al-Qasas (Il Racconto) 28:25]
Allah l' Altissimo dice: « 31. E di' alle credenti di abbassare i loro sguardi ed essere caste e di non mostrare, dei loro ornamenti, se non quello che appare; di lasciar scendere il loro velo fin sul petto e non mostrare i loro ornamenti. »
[Corano, Sura An-Nûr (La Luce) 24:31]
Il pudore è quindi una delle condizioni maggiori che permettono alla donna di uscire dalla sua casa.
Ella può essere portata ad uscire per delle necessità della vita o per visitare i suoi parenti.
Che né è allora della donna che esce per andare nelle case di Allah o per assistere ai corsi di religione?
I sapienti contemporanei dicono che non vi è alcun male al fatto che la donna partecipi a corsi di religione se né trae giovamento, anche se i corsi sono quotidiani, fintantoché non vi è alcuna tentazione e alcun male...
Questo non è in opposizione con il versetto di Allah l' Altissimo che dice: « Rimanete con dignità nelle vostre case e non mostratevi come era costume ai tempi dell'ignoranza (prima dell’islam).»
[Corano, Sura Al-Ahzâb (I Coalizzati) 33:33]
, perché in questo caso la donna esce per realizzare un interesse che non avrebbe ottenuto restando a casa...
« Non vietate alle serve di Allah di recarsi alle case di Allah.»
[Riportato da Abu Dawud]
....Le musulmane, quindi, possono frequentare le moschee fintantoché rispettano le condizioni, i requisiti, come:
Non essere profumata -
indossare il vestiario legiferato -
camminare discretamente, cercando di non attirare gli sguardi.
Per concludere, la donna deve comunque, tenere a mente la parola del Profeta Mohammed (pace e benedizione su di lui), che disse: « E le loro case sono migliori per loro.»
[Riportato da Ahmad]

Tratto da: Risela al-Islam (Il messaggio dell' Islam)
Traduzione di Sara Hima



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RIFLESSIONI DI UNA DONNA SULL'IMAMATO FEMMINILE

moschea Dati i miei privilegi in quanto donna, svaluterei soltanto me stessa se cercassi di essere ciò che non sono e che – in tutta onestà – non vorrei nemmeno essere, cioè un uomo.
Come donne, non conquisteremo mai la vera libertà, finché non smetteremo di imitare gli uomini, valorizzando invece la meravigliosa peculiarità che Dio ci ha donato.
Il 18 Marzo 2005 Amina Wadud ha guidato per la prima volta la preghiera congregazionale femminile del Venerdì (Jumu‘ah).
Quel giorno le donne hanno fatto un grande passo in avanti nella loro somiglianza agli uomini.
Ma abbiamo di fatto compiuto l’emancipazione donataci da Dio?
Non credo.
Quel che spesso dimentichiamo è che Dio ha onorato la donna fornendole un valore in relazione a Dio, non in relazione agli uomini.
Ma siccome il femminismo occidentale toglie Dio dalla scena, non gli rimane altro termine di paragone se non gli uomini.
Di conseguenza la femminista occidentale è obbligata a cercare il proprio valore in relazione alla figura maschile. E nel farlo ella deve accettare dei presupposti viziati.
Ella ha accettato che l’uomo rappresenti lo standard di riferimento, e che una donna non potrà mai realizzarsi come essere umano, se non a patto che diventi uguale all’uomo – il termine di paragone.
Se l’uomo si taglia i capelli corti, anche lei se li taglia corti. Se l’uomo si arruola nell’esercito, vuole arruolarsi pure lei. Desidera queste cose per la sola ragione che il “modello” le possiede.
Ciò che non ravvisa, è che Dio ha riconosciuto dignità agli uomini e alle donne nella loro diversità, non nella loro uguaglianza.
E quel 18 marzo, le donne musulmane sono incorse appunto nello stesso errore.
Per 1400 anni c’è stato un consenso unanime dei Sapienti dell’Islam sul fatto che debbano essere gli uomini a dover guidare la preghiera.
Come donna musulmana, non posso fare a meno di chiedermi: perché ciò avrebbe tanta importanza?
Colui che guida la preghiera non è spiritualmente superiore in alcun modo.
Le cose non sono migliori soltanto perché è un uomo a farle. E guidare la preghiera non ci rende migliori, soltanto perché la guidiamo. Se fosse stato un ruolo adatto alle donne, oppure più divino, perché il Profeta (pace e benedizione su di lui) non avrebbe chiesto ad ‘Aisha (che Allah ne sia compiaciuto) o a Khadija (che Allah ne sia compiaciuto), o a Fatima (che Allah ne sia compiaciuto) – le donne più eccezionali di tutti i tempi – di guidare la preghiera?
A queste donne fu promesso il Paradiso, eppure non guidarono mai la preghiera.
Ma adesso, per la prima volta in 1400 anni, osserviamo un uomo che guida la preghiera e pensiamo: “Non è giusto!”.
Lo pensiamo nonostante Dio non abbia concesso alcun privilegio speciale a chi la guidi.
L’Imam (colui che guida) non si trova in nessuna posizione di privilegio davanti a Dio, rispetto a chi prega dietro di lui.
D’altro canto solo una donna può essere madre. E Dio ha dato dei privilegi speciali alle madri.
Ma, per quanto duramente un uomo possa impegnarsi, non potrà mai essere una madre. Dunque perché questo non ci appare ingiusto?
Quando fu chiesto chi fosse più meritevole del nostro buon trattamento, il Profeta (pace e benedizioni su di lui) replicò “tua madre” per ben tre volte prima di dire “tuo padre” soltanto una volta.
Sarebbe forse anche questo “sessista”?
Non importa quello che un uomo possa fare, non avrà mai lo status della madre.
E nonostante Dio ci onori con qualcosa esclusivamente femminile, siamo troppo occupate a trovare il nostro valore in riferimento agli uomini, per apprezzarlo o persino per notarlo.
Anche noi abbiamo accettato la figura maschile come lo standard di riferimento; dunque ogni cosa che sia unicamente femminile è, per definizione, ritenuta inferiore.
Essere sensibili è un insulto, diventare madri è degradante.
Nella battaglia tra razionalità stoica (considerata maschile) e misericordia disinteressata (considerata femminile) la razionalità regna suprema.
Non appena diamo per scontato che tutto ciò che l’uomo ha e fa sia migliore, tutto ciò che segue è soltanto una reazione d’impulso: se gli uomini ce l’hanno, lo vogliamo anche noi.
Se gli uomini pregano nelle file anteriori, pensiamo sia migliore, dunque vogliamo pregare anche noi nelle file anteriori.
Se gli uomini guidano la preghiera, presumiamo che l’Imam sia più vicino a Dio, dunque anche noi vogliamo guidare la preghiera.
In un qualche modo abbiamo accettato l’idea che avere una posizione terrena di leadership indichi la propria posizione agli occhi di Dio.
Una donna musulmana non ha bisogno di degradarsi in questo modo. Ella ha Dio come criterio, ha Dio a conferirle valore. Non ha bisogno di un uomo.
Infatti, nella nostra crociata all’inseguimento degli uomini, noi, come donne, non ci siamo neppure soffermate a pensare alla possibilità che ciò che noi abbiamo sia forse migliore per noi stesse.
In alcuni casi abbiamo addirittura abbandonato ciò che era più elevato, soltanto per essere come gli uomini.
Cinquanta anni fa, la società ci insegnò che gli uomini erano da considerarsi superiori perché avevano abbandonato le case per lavorare nelle fabbriche.
Noi eravamo madri. Eppure ci fu insegnato che l’emancipazione femminile stesse proprio nell’abbandono del ruolo materno, affinché si andasse a lavorare alla catena di montaggio.
Noi abbiamo accettato l’idea che lavorare nelle fabbriche fosse migliore che allevare le fondamenta della società, soltanto perché l’uomo lo aveva fatto.
Poi, dopo essere andate a lavorare, dovevamo diventare dei supereroi, la madre perfetta, la moglie perfetta, la casalinga perfetta, e seguire la carriera perfetta.
E nonostante non vi sia nulla di sbagliato per definizione nella donna che abbia una carriera professionale, abbiamo presto realizzato di aver sacrificato tutto per imitare ciecamente gli uomini.
Siamo rimaste a guardare mentre i nostri figli diventavano degli estranei e presto preso coscienza del privilegio che avevamo abbandonato.
E dunque soltanto adesso – avendo la possibilità di scegliere – le donne in Occidente scelgono di rimanere a casa per educare ed allevare i propri figli.
Stando al Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti d’America, soltanto il 31% delle donne con bambini, e il 18 % delle madri con due o più figli, lavora a tempo pieno.
E di queste madri lavoratrici, un sondaggio condotto da Parenting Magazine nel 2000, ha rilevato che il 93% dice che preferirebbe rimanere a casa con i propri figli, ma di essere costrette a lavorare a causa di “necessità economiche”.
Queste “necessità” sono imposte alle donne dall’uguaglianza dei generi dell’ Occidente moderno, e rimosse invece dalla distinzione dei sessi nell’Islam.
Le donne dell’Occidente hanno impiegato un secolo di prove per realizzare un privilegio che era stato concesso alle donne musulmane 1400 anni fa.
Dati i miei privilegi in quanto donna, svaluterei soltanto me stessa se cercassi di essere ciò che non sono e che – in tutta onestà – non vorrei nemmeno essere, cioè un uomo.
Come donne, non conquisteremo mai la vera libertà, finché non smetteremo di imitare gli uomini, valorizzando invece la meravigliosa peculiarità che Dio ci ha donato.
Potendo scegliere tra la giustizia stoica e la misericordia, io scelgo la misericordia.
E se mi viene offerta una scelta tra la leadership terrena e il Paradiso, io scelgo il Paradiso.

Cinzia Amatullah per la traduzione!!



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