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senso Oltre la vita c'è qualcosa?

2011
25 SET



Ogni anima gusterà la morte...
(Corano III Âl-Imrân, 185.)

La morte è un argomento che gli uomini preferiscono tenere alla larga un pò per scaramanzia, un pò per superficialità e un pò per ignoranza, ma il vero motivo principale è che in realtà se ne ha timore.
Timore che semplicemente per il fatto di parlarne si attira verso di sé la sfortuna, la maledizione del Signore; timore quando si pensa a come staremo negli ultimi istanti della nostra vita, quali sofferenze subiremo; timore nel dover affrontare un cammino che se pur largamente discusso è pur sempre un'incognita.
Se non è oggi, arriverà un giorno il momento in cui dovremo nostro malgrado affrontare l'argomento, a causa per esempio di un conoscente o familiare che ci sta lasciando o a causa di una nostra grave malattia terminale (ed è il motivo che ci tocca più da vicino che ci costringe ad affrontare la realtà dei fatti). Ed è allora che faremo i conti con la dura realtà, quella dalla quale nessun essere vivente può fuggire: potremo nasconderci in una camera buia di un luogo qualsiasi in un qualsiasi posto anonimo lontano mille miglia da dove abitiamo normalmente; potremo cambiare nome, identità, ma quando la nostra ora giungerà tutti questi éscamotages per deviare il corso del destino, per non farci trovare all'appuntameto non serviranno a nulla. La morte vi coglierà ovunque sarete, fosse anche in torri fortificate
(Corano IV. An-Nisâ,78)

Cessazione di ogni attività

Il termine ''morte'', da un punto di vista biologico, è la cessazione di ogni attività fisica del nostro corpo con la quale si abbandona per sempre il mondo dei viventi.
I materialisti, gli atei dicono: "Tutto finisce con la morte, la nostra intera esistenza termina con essa e insieme con essa cessa ogni nostro sforzo compiuto su questa terra alla ricerca del successo, del materialismo e del potere. Non ci sarà altro, e il mondo continuerà a girare lo stesso".
Lasceremo tutto ai ''posteri'', il nostro duro lavoro di tutta una vita andrà definitivamente perso e passerà nelle mani di qualcun altro.
Ma se fosse realmente così? Se fosse vero il dover dedicare tutta la vita a rincorrere una felicità materiale che alla fine ci vedremo sfuggire di mano inesorabilmente, se fosse tutto un lavorare invano, ditemi voi che senso avrebbe allora vivere?
NESSUN SENSO! Il mondo intero non avrebbe senso!
Ma la realtà dei fatti è un'altra, e per capirla bisogna innanzitutto comprendere che il nostro corpo non è soltanto qualcosa di fisico, ma anche di spirituale, di qualcosa d'intoccabile che costruisce a tutti i nostri sentimenti: l'ANIMA.

A mente aperta.

Prima di continuare nella lettura dell'articolo bisogna comprendere e accettare che non si deve rifiutare qualsiasi prova solo perché è in contrasto con le nostre radicate convinzioni!
L'uomo tende naturalmente ad essere il prodotto dell'ambiente in cui è vissuto, dell'educazione che ha ricevuto. Fin dalla nascita assorbe informazioni dalla famiglia, dagli amici dalla scuola, dai media. Inoltre nasce in un ambiente che ha già la sua storia, il suo passato, la sua cultura e le sue tradizioni. Sappiamo che quando ci dicono delle cose che contrastano con le nostre amate convinzioni, noi tendiamo a rifiutarle.
Perché?
Perchè la nostra mente innalza delle barriere a protezione dei nostri pregiudizi: queste informazioni ci procurano ansia, suscitano timore e tendono a destabilizzarci emotivamente.
Abbassiamo per un attimo la guardia e rendiamoci conto che non sempre ''il nuovo'' è qualcosa di negativo e potenzialmente pericoloso.
Ritorniamo ora al discorso dell'anima: l'essere umano è composto di corpo e anima e non è logico ridurre ai limiti della biologia la nostra intera vita, con tutto quello che invece ha di più profondo. Facciamo qualche esempio per comprendere meglio il concetto. cuoreinmanoUn uomo può amare una donna con il corpo, è vero. Ma è falso affermare che può amarla solo con il suo corpo. Coloro che limitano l'amore al corpo sono in errore: l'amore va più lontano, più in profondità.
Amare in realtà è amare con tutto il cuore, con tutte le forze dell'anima, provare un sentimento interiore che va alle volte aldilà della nostra volontà, del nostro potere, che nasce dal più profondo di noi stessi.
Le affermazioni che dicono che l'uomo è un corpo dotato di anima sono completamente sbagliate, sarebbe più giusto infatti affermare il contrario: l'uomo, è un'anima ed ha, possiede un corpo. Il corpo non è l'uomo, è solo la sua veste.
Ciò che comunemente è chiamata 'morte', consiste in definitiva nel deporre semplicemente un vestito, ma non implica la fine dell'uomo più di quanto lo implichi il deporre l'abito. Di conseguenza quando un caro viene a mancare, non si è per nulla perduta la persona amata, il vostro caro, ma si è semplicemente perduto di vista l'abito nel quale eravate abituati a vederlo! L'involucro (l'abito) è scomparso, ma l'uomo che lo portava esiste tuttora e certo voi amate l'uomo e non il suo involucro!
Chiarita questa idea, avanziamo di un altro passo.
bimbadorme

Muoriamo ogni notte

Il nostro involucro esteriore (il nostro corpo cioè) non è abbandonato solo al momento della morte ma è fatto in pratica ogni volta che ci si addormenta.
Sì, proprio così: si abbandona il proprio corpo fisico e si entra nel mondo nel corpo spirituale, invisibili a quello materiale.
Quando poi si riprende il proprio abito, cioè si ritorna al corpo materiale, o, come si dice comunemente 'ci si sveglia', accade talvolta di riportare sotto forma di sogno qualche ricordo, in genere assai confuso e distorto, di ciò che si è visto mentre si era altrove nel corpo spirituale.
Il sonno poterebbe quindi definirsi una specie di morte temporanea, con la sola differenza che nel sonno non ci si ritrae del tutto dal corpo denso e che è quindi possibile farvi ritorno, mentre alla morte si abbandona definitivamente.
Nella notte è Lui che vi richiama, e sa quello che avete fatto durante il giorno,
e quindi vi risveglia finché non giunga il termine stabilito. Ritornerete a Lui e vi mostrerà quello che avete operato
(Surat al-An'am: 60).
Allah accoglie le anime al momento della morte e durante il sonno. Trattiene poi quella di cui ha deciso la morte e rinvia l'altra fino ad un termine stabilito. In verità in ciò vi sono segni per coloro che riflettono
(Surat az-Zumar: 42).
Noi siamo spiriti, ma viviamo in un mondo materiale, un mondo che ci è noto solo in parte, poiché ne percepiamo appena quel poco che ce n'è trasmesso dai nostri sensi fisici, assai imperfetti.
Anima e corpo camminano insieme sullo stesso sentiero ma alla fine prenderanno due direzioni diverse: il corpo, è vero, avrà la sua dimora ultima sotto pochi metri di terra e per un periodo relativamente breve di tempo, sino a quando cioè si sarà ridotto in cenere e scomparirà per sempre; l'anima invece proseguirà il suo cammino ed affronterà quella che poi diverrà la sua vera esistenza.
"E' Lui che vi ha dato la terra come culla… Da essa vi abbiamo creati, in essa vi faremo ritornare e da essa vi trarremo un'altra volta"
Corano (XX, 53-55)
Niente di più semplice per Colui che ci ha creato la prima volta, di farlo ancora! Se un oggetto non esiste, poi fu creato e distrutto, è veramente facile per chi l'ha creato la prima volta di ricrearlo ancora.
Colui il quale ha creato il mondo (che è qualcosa di infinitamente immenso e complesso rispetto alla creazione dell'uomo) è ugualmente in grado di resuscitare l'essere umano dopo la morte e l'annientamento di tutte le facoltà a esso legate.
27.E' più difficile crearvi che di costruire il cielo che [Egli] ha edificato?
28. Ne ha innalzata la volta e le ha dato perfetta armonia.
29. ha fatto oscura la sua notte e ha fatto brillare il chiarore del suo giorno.
30. Dopo di ciò ha esteso la terra:
31. ne ha tratti l'acqua e i pascoli,
32. e le montagne le ha ancorate,
33. sì che ne godeste voi e il vostro bestiame.
Corano(LXXIX, 27-33)

Inizio di una nuova esistenza

Bisognerebbe dunque vedere la morte non come la fine di tutto (perchè l'anima prosegue il suo cammino), ma come l'inizio di una nuova esistenza, di una nuova dimensione; non è annullamento e nulla, ma il passaggio da uno stadio a un altro; è il momento in cui l'angelo della morte riceve l'anima per portarla altrove giacché ormai il corpo che la conteneva non c'è più.
Il corpo è come una nave, sulla quale l'anima si è imbarcata per affrontare il viaggio verso Dio: una volta raggiunta la terra ferma, l'anima non ha più bisogno della sua nave, ma prosegue il viaggio da sola.
Quindi l'esistenza della vita oltre la vita è innegabile secondo quanto spiegato sinora, d'altra parte l'uomo non può portare alcuna contraddizione logica del suo esatto contrario.
La vera identità dell'essere umano quindi non è il suo corpo, poiché esso gradualmente deperisce, ma è costituita dalla sua anima.
Ed è ad essa che dovrebbe conseguentemente porre tutte le sue attenzioni, i suoi sforzi, perchè è il lavoro svolto con l'anima che alla fine produrrà i suoi frutti. "Appartiene ad Allah tutto quello che c'è nei cieli e tutto quello che c'è sulla terra, sì che compensi coloro che agiscono male per ciò che avranno fatto e compensi coloro che agiscono bene con quanto ci sia di più bello...
nessuno porterà il fardello di un altro, e che invero, l'uomo non ottiene che il [frutto dei] suoi sforzi; e che il suo sforzo gli sarà presentato [nel Giorno del Giudizio] e gli sarà dato pieno compenso.''
Corano (LIII)
"Allah compenserà ogni anima per ciò che si è meritata…"
Corano(XIV,51)
Egli è "Colui Che ha creato la morte e la vita per mettere alla prova chi di voi meglio opera"
Corano (LXVII,1-3)
''...per mettere alla prova chi di noi meglio opera'', per ricompensarci o punirci di conseguenza: è questo il nostro vero lavoro sulla terra, quello dedicato alla nostra anima, che dobbiamo nutrire con amore, essere altruista, magnanimi, generosi.
Facciamo finta che il lavoro che svolgeremo con la nostra anima sia una spugna: se avremo operato il bene, ci saremo comportati con rettitudine, lealtà, la spugna si sarà impregnata di tutto ciò che avremo operato e spremendola usciranno da essa solo cose positive, il frutto del nostro lavoro che sarà al tempo stesso la nostra ricompensa!
Se invece in vita abbiamo operato il male, la nostra ricompensa che verrà fuori dalla spugna sarà negativa.
Dovremmo quindi prodigarci ad operare il bene non tanto per gli altri quanto per noi stessi, e farlo col cuore sincero perchè colui che ci ha creati sa meglio di noi cosa celiamo nei nostri cuori e ricordiamoci che saremo ricompensati solo per le nostre buone intenzioni: chi fa del bene esclusivamente affinchè gli altri lo giudichino un brav'uomo e per ottenere notorietà, avrà ottenuto solo questo: notorietà in questo mondo e nulla nell'altro, tutte le sue azioni saranno quindi moltiplicate per zero!
"… In verità siamo stati Noi ad aver creato l'uomo e conosciamo ciò che gli sussurra l'animo suo. Noi siamo a lui più vicini della sua vena giugulare.
Corano (L, 16-19)



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