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islam La banca islamica senza interessi.

2014
09 FEB



O voi che credete, non cibatevi dell’usura che aumenta di doppio in doppio.
E temete Allah, affinché possiate prosperare
( Corano III. Al-’Imran, 130 )

La proibizione dell’interesse nell’Islam.

Nonostante i suoi alti e bassi la finanza dei paesi occidentali è vista da molti come l’unico sistema funzionante, ma il sistema basato sull’interesse, sul risk-free, sulle derivate, sui bond, sulla speculazione, sull’arbitraggio etc… non è l’unica opzione disponibile,e i paesi islamici ne sono la prova.
Infatti la religione risolve la questione della finanza attenendosi al Corano, e ai cinque pilastri dell’Islam. La cosiddetta finanza islamica gira attorno al valore del fare le cose volontariamente per il “Bene” rispettando gli infiniti doni di Allah ( gloria a Lui l'Altissimo ).
Ciò implica che gli investitori devono accertarsi di dove i loro soldi sono diretti, e che non vengano usati per scopi non etici come droghe o pornografia.
Cosi facendo i musulmani si assicurano che i propri investimenti siano socialmente responsabili e che non vengano usati per l’adempimento di azioni in contrasto con le leggi del Corano.
Un altro aspetto attorno al quale gira il sistema finanziario islamico e specialmente quello bancario, è l’assenza di tassi d’interesse bancari di ogni tipo.
Per questa ragione azioni o bond detti risk-free sono considerati usura ( riba ), perché in assenza di rischio il tasso d’interesse non è giudicato come una ricompensa ma semplicemente un pagamento ingiusto per dei capitali immobili.
Ad esempio se una persona decide di pagare una macchina a rate, e sommando la rata di ogni mese, vede che il risultato finale supera l’ammontare che avrebbe pagato se avesse deciso di pagare la vettura interamente il giorno dell’acquisto, questo comportamento è tradotto come usura nel mondo islamico.
La religione vieta ogni tipo di tasso d’interesse su qualsiasi somma di denaro in quanto giudicata come un guadagno ingiusto e all’origine di sfruttamento.
La riba'
Nel sacro Corano e negli hadith l'interesse ( RIBA'), è espressamente vietato.
L’etimologia del termine RIBA’ deriva dalla radice araba RaBâ che vuol dire aumentare.
Vi sono due tipi principali di RIBA’:
1- Riba’ an-Nasîah (chiamata anche Riba’ al-Qur’an, la riba’ del Corano).
L’etimologia del termine Nasiah si riferisce alla radice NaSiYa, che vuol dire differire, rinviare. Quindi, questo tipo di Riba’ si riferisce al pagamento differito maggiorato al principale prestatore; cioè riconosce un tempo-valore per il denaro.
Questo genere di Riba’ è strettamente proibito nel Corano, ed è uno dei peccati più gravi.
2- Riba’ al-Fadl (chiamata anche Riba’ as-Sunnah, la riba’ che viene proibita dalla Tradizione del Profeta( pace e benedizione su di lui ) perché ‘giustificherebbe’ la più grave Riba’ an-Nasiah, conducendo ad essa.

L'interesse è vietato non solo nella religione islamica..

C'è da dire che la proibizione dell'interesse e dell'usura non è un’innovazione propria della religione islamica rispetto alle tradizioni precedenti: tale divieto si trova in tutte le precedenti forme di rivelazione date da Dio a tutti i profeti.
Nel Vecchio Testamento troviamo: Se presti denaro al mio popolo, all’afflitto accanto a te, non devi divenire verso di lui come un usuraio. Non gli dovete imporre interesse (ESODO 22,25) E nel caso che tuo fratello divenga povero e sia dunque economicamente debole accanto a te, lo devi anche sostenere. Come residente forestiero e avventizio, deve rimanere in vita con te. Non prendere da lui interesse e usura, ma devi aver timore del tuo Dio; e il tuo fratello deve rimanere in vita con te. Non gli devi dare il tuo denaro a interesse, e non devi dare il tuo cibo a usura
(LEVITICO 25, 35-37)
E nel Nuovo Testamento troviamo: E se prestate a coloro dai quali sperate di ricevere, quale merito ne avete? Anche i peccatori prestano ai peccatori per ricevere altrettanto. Al contrario, continuate ad amare i vostri nemici e a fare il bene e a prestare, senza sperare nulla in cambio…
(LUCA 6, 34-35)
La prima banca senza interesse della storia fu istituita prima della nascita del profeta Muhammad e si chiamava Agibi, venne aperta a Babilonia intorno al 700 a.C., e funzionava esclusivamente su basi d’equità.

Nel Corano

Il primo versetto del Corano a menzionare la riba’ venne rivelato alla Mecca, e non aboliva la pratica, ma si limitava a denunciarne la sua negatività spirituale: Ciò che concedete in usura, affinché aumenti a detrimento dei beni altrui, non li aumenta affatto presso Allah.
Quello che invece date in elemosina bramando il volto di Allah, ecco quel che raddoppierà
( Corano XXX. Ar-Rum (I Romani), 39 )
Successivamente, dopo l’emigrazione a Medina, vi fu la rivelazione di un altro versetto, più severo: O voi che credete, non cibatevi dell’usura che aumenta di doppio in doppio.
E temete Allah, affinché possiate prosperare
( Corano III. Al-’Imran (La famiglia di ‘Imran), 130 )
Infine, tra gli ultimi versetti del Corano ad essere rivelati, vi sono i seguenti, che inequivocabilmente proibiscono totalmente la pratica del prestito ad interesse: Coloro invece che si nutrono di usura resusciteranno come chi sia stato toccato da Satana.
E questo perché dicono: “Il commercio è come l’usura!”.
Ma Allah ha permesso il commercio e ha proibito l’usura.
Chi desiste dopo che gli è giunto il monito del suo Signore, tenga per sé quello che ha e il suo caso dipende da Allah.
Quanto a chi persiste, ecco i compagni del Fuoco. Vi rimarranno in perpetuo.
Allah vanifica l’usura e fa decuplicare l’elemosina. Allah non ama nessun ingrato peccatore. ( Corano II. Al-Baqara, 275-276 )
O voi che credete, temete Allah e rinunciate ai profitti dell’usura se siete credenti.
Se non lo farete vi è dichiarata guerra da parte di Allah e del Suo Messaggero; se vi pentirete, conserverete il vostro patrimonio. Non fate torto e non subirete torto.
( Corano II. Al-Baqara, 278-279 )

Opzioni Finanziarie Islamicamente ammissibili

banca Vi sono migliaia di strumenti finanziari ideati dagli istituti islamici per venire incontro ai diversi bisogni della gente, strumenti derivanti tutti da sei principali metodi di finanziamento che sono molto ben documentati nella letteratura giuridica:
Mudârabah, o società di fatto.
Attraverso questo sistema l’investitore fornisce il capitale, e l’imprenditore fornisce il tempo e lo sforzo.
I profitti vengono ripartiti secondo un precedente accordo, ma le perdite finanziarie vengono sopportate soltanto dall’investitore.
Mushârakah
E' una società corporativa standard, in cui tutte le perdite e i profitti vengono divisi secondo l’accordo iniziale.
I soci hanno il diritto di partecipare ad ogni decisione e progetto, al contrario di ciò che avviene nella mudarabah, in cui l’imprenditore ha l’esclusivo controllo degli affari societari.
Bay’-l-murâbahah: vendita contro pagamento differito.
Il prezzo di vendita solitamente eccede il prezzo minimo della merce di una determinata misura, negoziata prima della transazione.
Ijârah: è una specie di contratto di leasing, in cui i pagamenti effettuati dal locatario eccedono il prezzo dell’affitto in una determinata misura fissa stabilita in anticipo.
Bay’-s-Salam: è un contratto mediante il quale il produttore può essere finanziato senza aver venduto il prodotto (di solito si tratta del raccolto di un contadino), prima ancora che venga prodotto, nella quantità e nel prezzo specificato in anticipo.
Fard Hasan: letteralmente significa ‘mutuo senza interesse’, ma in pratica vengono aggiunte delle spese fisse.
I primi due strumenti finanziari comportano un rischio totale, mentre gli altri quattro casi si avvicinano di più a quello che potremmo chiamare un ‘rateo occulto’.
Molte banche Islamiche cercano di condurre le proprie operazioni finanziarie tramite gli strumenti della musharakah e della mudarabah, ma alla fine si trovano costrette a convergere su murabahah e sul leasing. Queste pratiche favoriscono l’eliminazione del rischio di fallimento dell’impresa. Il sistema bancario islamico Una delle caratteristiche comuni del sistema finanziario islamico di oggi è il fatto di essere senza interesse.
Qui si osserva l’applicazione dei contratti al-bai bithaman ajil e murabahah come alternative ai prestiti ad interesse.
Nel mercato delle azioni si osserva la versione islamica delle obbligazioni a coupon zero costruite sul contratto controverso di bay al-dayn.
Le ditte abituate ad usare il finanziamento del debito invece delle azioni troveranno i titoli islamici del debito piuttosto convenienti.
Il sistema finanziario islamico non riguarda solo il finanziamento senza interesse, ma è molto più importante il fattore delle relazioni umane le cui caratteristiche principali sono la fiducia (amanah) e la cooperazione, l’aiuto (ta’awun).
Dice Allah ( gloria a Lui l'Altissimo) nel sublime Corano:…che rispettano ciò che è stato loro affidato e i loro impegni
( Corano XXIII. Al-Mu’minun, 8 )
Aiutatevi l’un l’altro in carità e pietà e non sostenetevi nel peccato e nella trasgressione…
( Corano V. Al-Ma’ida, 2 )

Le banche islamiche non conoscono crisi.

Asset cresciuti negli ultimi 6 mesi del 20% e raggiunti i 500 miliardi di dollari di patrimonializzazione.
Aumentano in Europa le banche rispettose dei principi coranici e, proprio nel momento in cui il mondo finanziario occidentale è in ginocchio per gli effetti della crisi dei mutui, la finanza islamica dimostra così una vitalitá senza precedenti, tanto che, se nel 2007 sono stati emessi 206 bond per quasi 47 miliardi di dollari da questi istituti, nel 2008 la cifra si è ulteriormente incrementata di altri 10 miliardi.
A rilevarlo è «World & Pleasure», il mensile dedicato al mondo del business e del lusso che ha registrato come le obbligazioni e i fondi fedeli ai principi coranici stiano crescendo in modo esponenziale.
Le obbligazioni islamiche, denominate sukuk, crescono di giorno in giorno. Le prospettive di crescita per i prossimi 5 anni della finanza Sharia compatibile sono stimate oltre il 15% annuo, il doppio rispetto a quelli della finanza tradizionale. Anche perchè, entro i prossimi 5 anni, l'islamic banking sará regolato uniformemente in tutta l'area Euro, così un nuovo importante canale europeo verrá aperto per la finanza internazionale, creando un ruolo chiave nei rapporti tra le istituzioni finanziarie islamiche e quelle occidentali.
Ed i numeri del fenomenfinanziario-religioso parlano da soli.
Come ha rilevato «Wolrd & Pleasure», 1.400 miliardi di dollari è la cifra stimata nel 2010 dei capitali amministrati dai servizi finanziari che osservano le regole coraniche sulla gestione dei capitali e 300 miliardi di dollari la capitalizzazione annua di Borsa dei titoli conformi alla Sharia sui mercati mobiliari dei Paesi islamici.
E non solo. Sono 70 gli indici azionari compilati sulla base della compatibilitá con la norma coranica e 300 le istituzioni finanziarie presenti in 65 Paesi che osservano la Sharia.

Le regole della finanza islamica.

Gli strumenti finanziari islamico-osservanti sono prodotti che non prevedano la corresponsione di Riba (interessi) ed escludano comportamenti economici di Gharar (irragionevole incertezza), di Maisir (speculazione) e di Haram (ciò che è esplicitamente proibito dal Corano).
Le regole ruotano tutte intorno al divieto della Riba, proibita perchè non può esservi guadagno deciso a priori e senza rischio: quindi si spartiscono gli utili, ma non si remunera il denaro.
È anche proibita la Gharar, termine che sta ad indicare il trarre vantaggio dalla mancanza di informazioni altrui, ed è proibito tra l'altro stipulare un contratto legandolo ad eventi ignoti.



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