Salve a tutti, mi chiamo Tony A., ed ho quarantadue anni.
Vorrei raccontare brevemente la mia storia nella speranza che possa essere in qualche modo di chiarimento e aiuto per tutti quelli che non trascorrono la loro esistenza lasciandosi trascinare dal corso della vita inermi, accettando tutto; ma sono costantemente in cerca di verità, interrogandosi sempre sul perché delle cose.
Che sia, il mio breve racconto, di esempio per tutti quelli che non si fermano alla semplice apparenza, ma vanno oltre, verso il significato intrinseco più profondo delle cose.
Sono nato in una modesta famiglia di periferia e cresciuto serenamente completando i miei studi con soddisfazione.
Figlio di cattolici, ho frequentato la chiesa sin da tenera età, sempre attento e desideroso di conoscere; amante della natura e delle opere caritatevoli e meritorie: sempre in primo piano se c'era bisogno di aiutare il prossimo!
Un pomeriggio, com'ero solito fare, mi recai nella piccola chiesetta di paese: era completamente vuota e silenziosa, illuminata soltanto dalle ultime fievoli luci del giorno che stava per terminare.
Mi accomodai nelle ultime file e cominciai a riflettere sulla magnificenza dell'universo e del creato.
Dall'alto, in tutta la sua maestosità, troneggiava di fronte a me la grande statua sanguinante di Gesù, alla quale tutti i fedeli rivolgevano le loro preghiere e le loro domande di grazia.
Restai, per diversi minuti, fermo, a fissare quella statua immobile e silenziosa al centro dell'altare, e dopo una lunga pausa, avvertii la necessità di rivolgere le mie preghiere, direttamente al Creatore dei Cieli e della Terra.
Nessuno, pensai, si muove senza la Sua intercessione, nessuno si muove senza il Suo volere, quindi perché invocare grazia e perdono a una Sua creatura quando Dio, il Creatore stesso, mi si offriva direttamente con la Sua misericordia e benevolenza tendendomi la Sua mano perdonatrice? Mentre ero lì seduto, immerso nei miei pensieri, sentii improvvisamente pervadere il mio corpo da un calore inspiegabile (giacché era pieno inverno e mi trovavo in una chiesa senza riscaldamento), calore che sembrava volesse dar conforto persino alla mia anima... ma non ci feci caso e di lì a poco lasciai il luogo di culto in cui mi trovavo e me ne tornai a casa in silenzio, con ancora addosso la sensazione di calore avvertita poco prima.
Da quel giorno, qualcosa cambiò in me, mi accorsi di non essere più lo stesso Tony di sempre che puntualmente, come un automa, si recava per la sua solita confessione giornaliera nella piccola chiesetta di periferia.
Cominciai a prendere piena coscienza delle mie azioni quotidiane, di quanto mi circondava e cominciai a porre domande su tutto, in particolar modo sulla religione che seguivo sin da piccolo e che mi aveva visto pian piano crescere e diventare uomo, esorcizzando le mie piccole paure legate alla mia giovane età.
Tante cose, pur essendo un buon fedele, non sono mai riuscito a spiegarmi razionalmente, chiedendomi per esempio, come mai un Dio giusto e misericordioso potesse ordinare a un uomo di andare contro la propria natura umana per seguire a pieno la sua vocazione.
E qui mi riferisco ai preti o alle monache di clausura che prendono il voto di castità per dedicarsi completamente al Signore.
Il sesso è un elemento molto importante nell'esistenza di ciascuno di noi, da un certo momento della nostra crescita in poi ci accompagna e contribuisce al nostro benessere e al nostro equilibrio psico-fisico, e quando questa parte del nostro mondo non è vissuta con tranquillità o presenta delle difficoltà nel suo svolgersi, i problemi che emergono sono diversi, disturbi di tipo fisico finiscono, infatti, col provocare e mescolarsi a disturbi di tipo psicologico e viceversa...
Come mai un Dio giusto chiede all'uomo un sacrificio molto più grande delle proprie possibilità, ben sapendo che questi non è in grado di portarlo a termine sino in fondo con la stessa carica spirituale e con la stessa devozione?
Forse non è quel Dio così giusto ed equo che tutti conoscono
Fuori discussione che sia questa la risposta!
E che Dio mi perdoni se l'ho pensato anche solo per un attimo!
Piuttosto è molto più probabile che quella che ci è insegnata sin da bambini, non sia la vera parola di Dio, ma un'erronea interpretazione emersa da una delle innumerevoli traduzioni della sacra Bibbia.
Sappiamo tutti che il testo della Bibbia (la Bibbia originale degli ebrei detta Tanach, che risale al 600-1200 a.C.) ha subito nel corso dei secoli innumerevoli tagli, omissioni, traduzioni e interpretazioni effettuate da uomini illustri e saggi che restano pur sempre degli uomini, imperfetti e deboli e, come tali, soggetti a possibili involontari errori.
Perché dovremmo stupirci o rimanere addirittura scandalizzati dall'affermazione che nella Bibbia è possibile che ci siano degli errori, delle inesattezze?
Persino confrontando differenti edizioni di una stessa Bibbia si possono notare le innumerevoli differenze!
* Due o tre cose della Bibbia che non sappiamo.
Ma se questa allora, non è la vera parola di Dio, dove cercare la verità? Decisi a quel punto, di dedicarmi ad uno studio più approfondito delle religioni, partendo dalle origini della creazione e cercando di esaminare i fatti il più obiettivamente possibile, mettendo a confronto le varie realtà religiose.
La nozione principale che ho imparato dai libri, è quella che poi ha cambiato completamente il corso della mia vita, rendendomi un uomo nuovo.
Una verità talmente palese e chiara, che ancora oggi mi chiedo come sia possibile che l'uomo istruito ed evoluto del 2000, non riesca a percepirne il significato reale e trarne insegnamento.
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