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islam La figura dell'uomo nell'Islam.

2014
28 feb



L’essere umano occupa una posizione particolare nella religione islamica: l'uomo non è considerato come il diretto discendente delle scimmie, animale dalla posizione eretta che cammina su due gambe e parla; ma è un essere molto più complesso e misterioso di quanto si possa pensare.
Gli esseri umani hanno una capacità intellettuale superiore a quella di ogni altra creatura al mondo e sono stati omaggiati della più bella forma esistente: un meccanismo perfetto ed estremamente complesso ne scandisce ogni singolo istante della propria esistenza.
La vita è il bene più prezioso dell'uomo ed è preordinata a nobili scopi, per questo l’Islam ha indicato il modo per viverla in maniera corretta e al tempo stesso piacevole.
Questo perfetto dono, affinchè rimanga tale ( cioè perfetto ) il più a lungo possibile, ha bisogno di continue attenzioni, regolamentazioni, di condurre una vita sana ed equilibrata.
E' un pò come quando riceviamo dalla persona amata un prezioso regalo: lo custodiamo con cura, facendo attenzione a non danneggiarlo, lo maneggiamo con la massima attenzione affinchè duri il più a lungo possibile a ricordarci il felice momento in cui ci è stato donato.
Allo stesso modo dovremmo prenderci cura della nostra vita, del nostro corpo, evitando ciò che può nuocergli sia materialmente che moralmente e in nostro aiuto accorre Allah ( gloria a Lui l'Altissimo ) con precetti sul cosa fare e cosa non fare.
Chi meglio del Creatore conosce cosa è meglio e cosa è peggio per le prorpie creature?Dichiarazione universale islamica dei diritti umani.

scimmia

Natura interna ed esterna

Potremmo definire l’uomo come un essere composto di due nature interagenti e strettamente connesse fra loro: la natura interna e quella esterna.
La natura interna dell’uomo si riporta a ciò che in termini coranici è detto Ruh (Spirito, Sé, Cuore) e Aql (Intelletto).
La natura esterna, invece, riguarda la vita spirituale.
Entrambe ( le nature ) agiscono e interagiscono fra loro.
L’Islam organizza la vita spirituale dell'uomo in modo tale da fornirgli tutto quel nutrimento spirituale di cui egli ha bisogno per la sua religiosità e la sua giustizia, per la sua sicurezza e la sua pace.
Così come un uccello ha bisogno delle due ali per poter volare libero nel cielo, allo stesso modo l'uomo ha bisogno di entrambe le nature per poter esistere al meglio.

Vari aspetti della vita dell'uomo

L'Islam prende in considerazione vari aspetti della vita dell'uomo.
Abbigliamento e ornamenti
Riguardo l'abbigliamento e gli ornamenti della persona, l'Islam prende in seria considerazione i principi della decenza, della modestia, della castità, della severità, dell’austerità.
Tutto ciò che nell'abbigliamento o negli ornamenti sia incompatibile con la salvaguardia, il rispetto a lo sviluppo di queste qualità è ritenuto illecito.
La bellezza dell'uomo, in effetti, non consiste nel portare pietre preziose o nell'ostentare abiti di seta pura, bensì nel condurre un tipo di vita improntato a un'etica elevata, a maniere affabili, a una condotta irreprensibile.
Giochi e divertimenti
Tutto quello che provoca una sana riflessione e rivitalizza il corpo per tener l’uomo in forma viene incoraggiato dall'Islam, a patto che non agevoli il peccato, procuri un danno, o ostacoli e ritardi l'adempimento di altri obblighi.
La vita familiare.
Il comportamento normale per l'individuo musulmano comporta una scelta a favore della famiglia e la ricerca di una famiglia propria.
Matrimonio e famiglia sono istituzioni centrali nell'ordinamento islamico; vi sono molti passi del sacro Corano e molti detti tradizionali del Profeta che arrivano a dire che, quando un musulmano si sposa, ha adempiuto a metà della religione; gli rimane da essere timorato di Allah ( gloria a lui l'Altissimo ) così da completare l’altra metà.Il matrimonio e l'Islam.
La vita sociale.
La vita sociale del musulmano praticante deve garantire felicità e prosperità sia all'individuo che alla società.
Lotta di classe, esclusivismi di categoria e dominio di individui sulla società o viceversa sono fatti estranei alla vita sociale dell'Islam.
L'individuo è responsabile del bene comune e della prosperità della sua società.
Questa responsabilità non è solo verso la società, ma anche verso Allah stesso: in tal modo l'individuo opera con una giusta coscienza comunitaria e un genuino senso di responsabilità ineluttabile.
La struttura della vita comunitaria nell’Islam ha caratteri di nobiltà e di integrità; fra gli elementi sostanziali di questa struttura vi sono l'amore sincero per gli altri esseri umani, la misericordia per i giovani, il rispetto per gli anziani, il conforto e la consolazione per gli sventurati, l'interesse affettuoso per i malati, la compassione per gli afflitti, il genuino sentimento di fratellanza e solidarietà comunitaria; il rispetto per l'altrui diritto alla vita, alla proprietà, all'onore; la mutua responsabilità fra persona e comunità. Chi allevia un essere umano da un dolore di questo mondo, DIO allevierà lui da un dolore nel Giorno del Giudizio.
La vita economica
La vita economica dell'Islam è basata anch'essa su solide fondamenta e su istruzioni divine.
Guadagnarsi da vivere con un'onesta fatica è non solo un dovere, ma anche una grande virtù.
La dipendenza di una persona abile da qualcun altro che le procuri da vivere costituisce un peccato dal punto di vista religioso, una spina sociale e un'umiliazione vergognosa. ( Per es. non è accettabile vedere per strada un uomo robusto e pieno di forze, in grado di lavorare, chiedere l'elemonisa )
Un Musulmano ha da parte di Allah ( gloria a Lui l'Altissimo ) l'ordine di essere autosufficiente e di evitare di dipendere da chiunque altro.
L'Islam rispetta ogni genere di lavoro inteso a guadagnare il necessario per vivere, purché non comporti indecenza o peccato.
L'Islam richiede l'onestà negli affari, ammonisce i truffatori, incoraggia il lavoro onesto e vieta l'usura, ovvero la riscossione del tasso di interesse.La banca islamica senza interessi.
La vita politica
Come la vita sociale ed economica, così anche la vita politica dell'Islam si basa su solide fondamenta spirituali ed etiche ed è orientata dalle istruzioni divine.
Nello Stato Islamico la sovranità non appartiene né agli uomini di governo né al popolo.
Essa appartiene ad Allah; il popolo, inteso come totalità unitaria, la esercita come qualcosa che Allah gli ha affidato in deposito allo scopo di mandare in vigore 1a Sua legge e realizzare la Sua volontà.
L'uomo di governo, lo statista, è soltanto un esecutore che la comunità popolare ha scelto affinché serva il bene comune in conformità della Legge del Misericordioso.
La vita personale
L'Islam tratta la vita personale dell'uomo in maniera da assicurargli purezza e pulizia, in maniera da assegnargli una dieta sana e insegnargli i modi più giusti per vestirsi, comportarsi, adornarsi, esercitare il fisico e così via. In verità abbiamo onorato i figli di Adamo, li abbiamo condotti sulla terra e sul mare e abbiamo concesso loro cibo eccellente e li abbiamo fatto primeggiare su molte delle Nostre Creature.
( Corano 17: 70).
“In verità abbiamo onorato i figli di Adamo, li abbiamo condotti sulla terra e sul mare e abbiamo concesso loro cibo eccellente e li abbiamo fatti primeggiare su molte delle Nostre creature.”
(Sacro Corano, Sura al-Isra', 17:70).
Per mantenere puro il cuore e pura la mente, per nutrire un'anima tesa verso l'alto e un corpo sano e pulito, bisogna attribuire un'attenzione speciale alla dieta dell'essere umano, vi sono certi cibie bevande che Allah dichiara specificamente proibiti.
Fra questi vi sono: la carne di animali e uccelli morti da sé, la carne di porco e quella di qualunque animale che sia stato ammazzato invocando un nome che non sia quello di Allah (2, 173; 5, 4). * La macellazione islamica è davvero crudele?Non solo il cibo, ma anche le bevande che l'Islam considera dannose e distruttive per il fisico come per la psiche sono indicate nel versetto coranico che proibisce tutte le sostanze intossicanti e tutte le forme di scommessa o di gioco d'azzardo. (5, 93-94).
La proibizione di questi cibi e bevande non è assolutamente un atto arbitrario o un decreto dispotico di Allah; si tratta di un intervento divino nell'interesse dell'uomo e per il suo bene specifico.
Tra il cosa mangiare e il cosa evitare, vi sono norme che riguardano il correto modo di alimentarsi: le cose che sono lecite per il musulmano devono essere assunte in dosi moderate, senza indulgere o eccedere (Qur'an, 7, 31). 3.
coppa

La cultura del cibo.

ciboNell'Islam la moderazione costituisce il tratto alimentare più evidente: “Mangiate e bevete ma senza eccessi, ché Allah non ama chi eccede”
(sura VII, 31).
Il modo di mangiare e ciò che si mangia non sono elementi casuali o marginali nella vita, ma rivestono una grande importanza anche per il benessere.
Il rapporto che le persone instaurano col cibo è complesso e legato a fattori diversi: è senza dubbio un fatto culturale poiché il modo di pensare il cibo è mediato culturalmente dall’ambiente e dalla società in cui si vive.
In tutte le religioni il cibo non è solo un elemento naturale e materiale ma è considerato un dono di Dio e l’atto di alimentarsi diventa, per questo motivo, un atto sacro.
Come tale, l’assunzione di cibo deve anche rispondere all’esigenza spirituale di moderazione e virtù propria di ciascuna religione.
I divieti alimentari e le regole per consumare certi prodotti o uccidere gli animali nascono da questa prospettiva di purificazione e redenzione.
Nell'Islam, in sintesi, gli alimenti si suddividono in quattro cattegorie principali:
alimenti halâl: (permessi, leciti);
alimenti harâm: (proibiti, illeciti);
alimenti mushbûb: (dubbi, sospetti; il loro consumo è quindi affidato alla coscienza del musulmano);
alimenti makrûh: (abominevoli)
O uomini, mangiate ciò che è lecito e puro di quel che è sulla terra, e non seguite le orme di Satana.
In verità egli è un vostro nemico dichiarato.
( Corano 2:168)
Attraverso una serie di norme pratiche, l' Islam ha indicato chiaramente all’uomo che cosa deve fare se vuole mantenere sano il proprio corpo.
Alcune di queste norme (che qui non è possibile menzionare in modo dettagliato), vietano all’uomo le cose dannose, quali bere sangue, mangiare la carne degli animali morti senza essere macellati secondo il rito islamico, mangiare la carne di certi animali, consumare cibi velenosi, bere alcolici, ingerire acque impure, mangiare all’eccesso e recare qualsiasi danno al corpo.
«Mangiate delle cose lecite e buone (halâlan tayyibatan) che la Provvidenza di Allâh vi ha donato, e siate riconoscenti per il favore di Allâh, se Lui voi adorate!
Allâh vi ha proibito gli animali morti, e il sangue e la carne di maiale, e animali macellati invocando nome altro da Allâh.
Quanto a chi vi è costretto, senza desiderio e senza intenzione di peccare, in verità Allâh è Indulgente Clemente»
( Corano, XVI, 114-115).
Alimenti Leciti (Halal) ed Illeciti (Haram). Propietà benefiche di alcuni cibi.

Siamo quello che mangiamo.

mangione.jpg'Siamo quello che mangiamo'
recita un famoso detto, e infatti una corretta e sana alimentazione è la migliore prevenzione dalle malattie ad esse legate.
Che l’alimentazione corretta sia alla base della salute non è certo una novità. Se ne parla da almeno 2500 anni.
Basti pensare che Ippocrate nel quarto secolo avanti cristo scriveva De diaeta per spiegare come fosse proprio il cibo lo strumento terapeutico fondamentale per combattere gli squilibri fisici che causano le malattie.
Diversi secoli dopo ritornarono sull’argomento: Celso (I sec d.C.), Galeno (II sec) e poi Oribasio (IV sec) e nel Medioevo Antimo (VI sec).
La trofoterapia, oggigiorno, è la cura attraverso il cibo che dovrebbe ripristinare l'equilibrio biologico del nostro corpo soddisfacendo tre istanze fondamentali:
1) ripristinare l'equilibrio acido-base che dovrebbe essere lievemente alcalino per compensare l'acidosi, terreno fertile per infiammazioni e malattie degenerative;
2) ridurre lo stress ossidativo per limitare i danni che le cellule e i tessuti subiscono ad opera dei radicali liberi, qualora siano in eccesso;
3) apportare una maggiore quantità di micronutrienti che, nella moderna alimentazione industriale, sono man mano andati perduti e che invece il nostro organismo reclama per le sue funzioni biologiche: vitamine, minerali, oligoelementi, enzimi.

Il cancro.

cancroIl cancro, in tutte le sue molteplici varianti, è la principale conseguenza di una cattiva alimentazione.
Esso rappresenta una delle maggiori cause di morte del mondo occidentale.
Ma non è sempre stato così.
Nei tempi antichi era una patologia estremamente rara e sporadica e, in alcune culture, pressochè sconosciuta.
Nei sacri testi della medicina indiana antica (I sec. d.C.) comincia timidamente a comparire e subito viene messo in relazione, insieme ad altre malattie, con il progressivo deterioramento dell'alimentazione e l'allontanamento dai cibi semplici offerti dalla natura.
Con il passare dei secoli lo ritroviamo ai primi posti nelle classifiche di incidenza e mortalità, dopo aver assistito a un cambiamento profondo del nostro modo di vivere e di alimentarci. Prevenire e curare il cancro con l'alimentazione e le terapie naturali. Potenziale cura per il cancro.

Il digiuno     الصوم     (as-sawm): un valido strumento per rimanere in salute.

digiunoNei primi decenni del Novecento, Rudolf Breuss, un naturopata tedesco, proponeva la sua cura del cancro attraverso un digiuno di 42 giorni integrato da succhi di verdure.
Il suo ragionamento era semplice: bloccare l'apporto proteico.
Poiché il nostro corpo necessita anche di proteine per i suoi fabbisogni, sarà costretto a cercarle al suo interno dove ci sia qualcosa di superfluo e disgregabile come le masse tumorali.
Breuss affermava di aver guarito oltre mille pazienti affetti da cancro avanzato ad opera dei suoi trattamenti.
Quindi talvolta, può essere utile favorire maggiormente le capacità depurative del nostro corpo attraverso periodi più o meno lunghi di digiuno, che arresta la progressione del cancro e ne favorisce la regressione.
...
Il digiuno è una pratica esistente in tutte le religioni o filosofie sull’uomo; nell’Islam il digiuno non viene svolto per un’espiazione o un pentimento, non è una specie di castigo, tutt'altro, è un rito religioso per un proposito positivo.
Il musulmano digiuna per purificarsi, per controllare i propri istinti, ( digiunare è un programma spirituale attraverso il quale si arriva a controllare i propri naturali istinti attraverso l’anima e la ragione ); il musulmano digiuna per aumentare la concentrazione negli esercizi spirituali ma anche per il semplice volere e il compiacimento di Allah (gloria a Lui l'Altissimo ).
“O voi che credete, vi è prescritto il digiuno come era stato prescritto a coloro che vi hanno preceduto.
Forse diverrete timorati”
(Surat ul-Baqarah, 2:183).
“Mangiate e bevete finché, all’alba, possiate distinguere il ‘filo bianco’ [primissimo albore del mattino] dal ‘filo nero’ [il buio della notte], quindi, digiunate fino al giungere della notte”
(Surat ul-Baqarah, 2:187).
Il digiuno è obbligatorio per qualsiasi persona che abbia raggiunto l’età del dovere.
Le condizioni necessarie per poter compiere un digiuno, di qualsiasi tipo, sono stabilite con inequivocabile chiarezza: l’appartenenza all’Islâm (ovviamente), l’età adulta, la capacità ragionativa che rende consapevoli dell’atto e la possibilità fisica di sopportare il digiuno, ossia la buona salute e, per la donna, anche l’assenza di perdite mestruali o puerperali (lochi). Non sono perciò tenuti al digiuno i bambini, gli impuberi, i malati di mente, i malati cronici e gli anziani.
Accanto alla sanità del corpo ed alla lucidità della mente, è tuttavia indispensabile, in vista del compimento di un atto rituale (come è il digiuno), anche la salute interiore, vale a dire la purezza del cuore nel fedele.
Quest’ultima condizione è, anzi, a ben vedere, quella veramente imprescindibile per la legittimità di ogni ufficio tradizionale, poiché il Profeta disse: “Nel corpo del figlio di Adamo [cioè, l’uomo] vi è un pezzo di carne; se esso è sano, tutto il corpo è sano, se invece è corrotto, tutto il corpo si corrompe. Questo è certamente il cuore”. La limpidezza della fede si esprime nella pia intenzione (niyya) che il musulmano formula di compiere il rito.
Se essa viene a mancare, lo stesso atto religioso viene a mancare di validità, conformemente al detto che Profeta secondo cui le azioni valgono a seconda delle intenzioni.



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