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riflessioni Perchè non reagiamo più difronte ad un Sistema che ci imprigiona ?

2015
09 feb



Ti sei mai chiesto perché nessuno reagisce di fronte all’ondata di oppressione e abuso di ogni tipo che stiamo subendo?
Perchè la popolazione rimane in silenzio nonostante le tante rivelazioni di casi di corruzione, ingiustizia e prese in giro; nonostante si venga letteralmente privati del nostro presente e del nostro futuro?
Ci viene sottratto pian piano il nostro basilare diritto ad una vita dignitosa eppure nessuno reagisce, se non con sempre meno sporadici suicidi dettati dalla disperazione!
* Sono più le famiglie separate che quelle unite, poichè la fedeltà coniugale è diventata la capacità di ingannare il proprio partner senza farsene accorgere.
* Molta gente vive sotto i ponti e nella povertà più vera ma non ne parla nessuno.
* Si parla di più delle adozioni e dei diritti degli omosessuali che dei giovani che son sempre più smarriti, senza difesa.
* Riempiamo i nostri figli di regali materiali per compensare il poco tempo che dedichiamo loro a causa di un lavoro che richiede sempre più impegno, sacrificio, facendoci vivere come schiavi del sistema solo per riuscire ad arrivare a fine mese.
* Abbiamo trasformato il termine 'amicizia' in 'opportunismo' coltivando finti rapporti interessati.non penso

Perchè accade tutto questo?

Perché tutti sembrano essere addormentati e ipnotizzati?
Si è sempre più assorbiti dallo smartphone, che invece di accorciare le distanze le sta inesorabilmente allungando; ci si continua a rotolare nel fango dei social network e a navigare nelle acque infestate di internet senza prestare la giusta attenzione a quanto ci circonda.
La maggior parte della popolazione è arrivata a un livello tale di degradazione psicologica che, come dimostreremo, la rivelazione della verità e accedere all’informazione, rafforzano ancora di più la loro incapacità di risposta e l’inerzia mentale.
La grande domanda è: perchè?
Che cosa ha portato tutti noi a quest’apatia generale?
La risposta è in relazione con il condizionamento psicologico cui è sottoposto l’individuo della società attuale: tutto si basa su un eccesso d’informazione.

caos E’ un bombardamento degli stimoli così esagerato che provoca una catena di avvenimenti logici che finiscono con lo sfociare in un’effettiva mancanza di risposta: in pura apatia.
Per lottare contro questo fenomeno è bene conoscere come si sviluppa il processo…

COME SI SVILUPPA IL PROCESSO

Il nostro corpo è predisposto alla percezione e alla lavorazione di stimoli sensoriali, ma la chiave del tema sta nella percezione di carattere linguistico dell’informazione.
Per esempio, ascoltare una frase o leggerla comporta la sua entrata nel nostro cervello a livello linguistico. Lo stesso avviene quando guardiamo il logo di un’impresa, l’ascolto delle note musicali di una canzone, guardare un segnale del traffico o udire la sirena dell’ambulanza…
Oggi, una persona è sottoposta quotidianamente a migliaia di stimoli linguistici di questo tipo; molti li percepiscono in forma cosciente, ma la grande maggioranza in forma non cosciente che deve essere elaborata dal nostro cervello.
Potremmo dividere il processo di captare ed elaborare questa informazione in tre fasi:
1. percezione
2. valorizzazione
3. risposta Percezione.
In tutta la storia dell’umanità, apparteniamo alla generazione che ha la capacità più grande di elaborare informazioni a livello celebrale, con potere di differenziare soprattutto a livello visivo e auditivo.
Man mano che nascono e crescono nuove generazioni acquisiscono una maggiore velocità di percezione dell’informazione. john wayneUna dimostrazione di quanto affermato la ritroviamo nel cinema.
Guardate un vecchio film western di John Wayne, una scena qualsiasi di azione per esempio una sparatoria. E poi guardate una scena di sparatoria o di inseguimento di macchine di un film odierno. Una qualsiasi scena d’azione di un film attuale è piena di successioni rapidissime di primi piani di breve durata.
Solo in 3 o 4 secondi si vedranno diverse figure: il volto del protagonista che guida, quella del compagno che grida, la mano sul cambio della macchina, il piede che spinge il pedale, la macchina che schiva un pedone, l’inseguitore che slitta, il cattivo che afferra la pistola, che spara dal finestrino, ecc... e ogni primo piano sarà durato al massimo una decina di secondi.
Le immagini si succedono a tutta velocità, eppure siete in grado di vederle tutte e di elaborare il messaggio che contengono.
Adesso rivedete il film di John Wayne: troverete successioni di scene dalla durata più lunga e con un campo visivo più ampio.
Probabilmente uno spettatore dell’epoca di John Wayne si sarebbe sentito male vedendo un film attuale poiché non era abituato a elaborare tanta informazione visiva a tale velocità.
Questo è un semplice esempio del bombardamento di informazioni cui è sottoposto il cervello di ognuno di noi oggi rispetto a quello di una persona di cinquant’anni fa.
Aggiungeteci tutte le fonti di informazioni che ci circondano, come la televisione, la radio, la musica, la pubblicità, i segnali del traffico, l’informazione che vedete sul cellulare, sul tablet, in internet e inoltre i vostri impegni sociali, le fatture...
Si tratta di un’autentica inondazione di informazione che il vostro cervello deve elaborare continuamente. Tutto questo con un cervello della stessa misura e capacità di quello spettatore dei western di John Wayne di cinquant’anni fa.
Il nostro cervello, tuttavia, ha la capacità sufficiente per percepire tali volumi di informazione e comprendere il messaggio associato a questi stimoli. Il problema quindi non è lì, ma sembra risiedere nella fase che segue.
Valutazione.
Noi ci scontriamo con i nostri limiti quando dobbiamo valutare l’informazione ricevuta, cioè quando arriva l’ora di giudicare e analizzare le implicazioni che comporta. Questo succede perché non abbiamo il tempo materiale per fare una valutazione profonda di quell’informazione.
Prima che la nostra mente possa giudicare in maniera più o meno profonda l’informazione che riceviamo, siamo bombardati da una nuova ondata di stimoli che ci distraggono. E' per questa ragione che non arriviamo a valutare nella giusta misura l’informazione che riceviamo per quanto importanti siano le implicazioni che comporta.
Per capire meglio tutto questo, utilizzeremo un’analogia sotto forma di una piccola storia.
latteImmaginiamo una persona molto introversa che passa la maggior parte del suo tempo rinchiusa in casa: non ha amici e non intavola relazioni sociali di nessun tipo.
Supponiamo adesso che questa persona vada al supermercato a comprare una bottiglia di latte e quando va a pagare gli cade per terra e la rompe causando grande scompiglio e macchiandosi i vestiti sotto gli occhi di tutti e della cassiera.
Quando questa persona torna a casa, isolata com’è e senza uno stimolo sociale, darà probabilmente un gran valore a quanto avvenuto al supermercato: si domanderà perché gli è caduto il latte e quale movimento falso abbia fatto perché questo avvenisse; si domanderà se la colpa fosse sua, o della bottiglia che era troppo spigolosa; nella sua testa analizzerà lo sguardo della cassiera e i gesti e i commenti di ogni cliente; osserverà anche le macchie sui vestiti e tenterà di indovinare ciò che hanno pensato gli altri di lui.
Si sentirà ridicola e giudicherà quel fatto molto più importante di quanto lo sia stato in realtà. Solo perché quella situazione ridicola al supermercato sarà il grande avvenimento del giorno o della settimana.
Adesso sostituiamo la persona introversa e senza relazioni con una persona estroversa che passa tutto il giorno circondata da una gran quantità di persone e di fatti, interagendo freneticamente con clienti e compagni di lavoro, che parla al telefono, organizza incontri, compra, vende, fa riunioni, e termina la giornata con gli amici.
Supponiamo che questa persona va a comprare il latte e anche a lei cade la bottiglia causando un gran scompiglio e macchiandosi i vestiti.
La sua valutazione dell’accaduto sarà solo superficiale poiché rappresenta un evento in più tra tutti quelli a carattere sociale che sperimenta durante la giornata: in poche ore se ne sarà dimenticata.
Una persona della società attuale, assomiglia molto al secondo modello, sottoposta a una grande quantità di stimoli sensoriali, sociali e linguistici.
Ogni informazione ricevuta è rapidamente digerita e dimenticata, portata via dalla corrente incessante dell’informazione che entra nel nostro cervello come un torrente.
Tutto questo perché viviamo immersi nella cultura del "twitt", un mondo dove ogni riflessione su un evento dura 140 caratteri.
E questa è la profondità massima cui arriva la nostra capacità di analisi.
E’ per la nostra impotenza di giudicare da soli il volume di informazione al quale siamo sottoposti, che l’informazione che ci è trasmessa, porta incorporata l’opinione che dobbiamo averne.
Chi emette l’informazione risparmia al ricevente lo sforzo di dover pensare.
Questo è il procedimento e il trucco che utilizza i grandi mezzi di comunicazione: la televisione ne è un esempio lampante.
Tipico esempio è dato dalle trasmissioni con ospiti fissi i cossìdetti "opinionisti", la cui funzione è generare l’opinione che noi dovremmo, invece, costruire da soli.
Così il bombardamento di informazione continuo e incessante nel nostro cervello ci impedisce di giudicare il valore dei fatti con un criterio nostro: ci toglie il tempo che dovremmo avere per soppesare le conseguenze di un avvenimento e lo frammenta in pezzettini da 140 caratteri e lo trasforma in un giudizio breve e superficiale.

Risposta.
Una volta che la valorizzazione personale dei fatti è ridotta alla minima espressione, entriamo nella fase decisiva del processo, quella che è priva della nostra risposta.
Qui entrano in gioco le emozioni e i sentimenti, il motore di ogni risposta e azione.
Frammentando e riducendo il nostro tempo, riduciamo la carica emotiva che associamo all’informazione.
Osserviamo le nostre reazioni: possiamo indignarci molto nel vedere una notizia in un notiziario, per esempio lo sgombero forzato di una famiglia senza mezzi, ma dopo pochi secondi siamo bombardati da un’informazione diversa che porta verso un’altra emozione superficiale e diversa che ci fa dimenticare la precedente.
Il bombardamento incessante dell’informazione cui siamo sottoposti finisce con lo sfociare in una frammentazione della nostra energia emotiva sino a cindurci in uno stato di apatia generale.
Questa sembra essere la ragione per cui non avviene una rivoluzione quando per la logica dei fatti dovrebbe essere già scoppiata.
Si tratta quindi di un fenomeno psicologico. Questo è il meccanismo di base che interrompe ogni risposta della popolazione davanti ai continui abusi che riceve: è la base sulla quale si poggiano tutte le manipolazioni mentali cui ci sottopongono oggi. E’ il meccanismo psicologico che rende la popolazione docile e sottomessa.
L'eccessivo bombardamento di informazioni ci impedisce di avere il tempo necessario per dare il giusto valore a ogni informazione ricevuta e, di conseguenza, associarla a una carica emotiva sufficiente per generare una reazione effettiva e reale.

COSPIRAZIONE?

I più potenti faranno il possibile per mantenere attivi questi meccanismi e fomenteranno anche il suo sviluppo secondo le loro potenzialità solo perché ne ricevono benefici. A loro non importa mostrarsi come sono o svelare i propri segreti per quanto sporchi e oscuri siano poichè rivelare queste verità occulte contribuisce all’aumento del volume di informazione con il quale siamo bombardati.
Ogni segreto portato alla luce produce nuove ondate di informazioni che possono essere manipolate e rese tossiche con l’aggiunta di dati falsi, contribuendo così alla confusione e al caos dell’informazione e da qui arrivano nuove ondate secondarie di informazioni che ci stordiscono ancora di più e ci fanno sprofondare di più nell’apatia.
Succede a tutti noi: anche a te, che in questo momento stai leggendo questo articolo!
Scommetto che ti costa una certa fatica leggere questo lungo articolo pieno di informazioni strutturate e ragionate!!
Inconsapevolmente si avverte l’esigenza che sia stringato, più veloce, che si legga in una sola riga e che si possa ingerire come una pasticca.
Non vogliamo farci domande perchè ci obbligano a pensare, vogliamo solo risposte rapide e facili.
Siamo e vogliamo essere antenne riceventi e replicanti di informazioni come meri specchi che riflettono immagini esterne. riflessoGli specchi però sono piani e non hanno vita propria, tutto quello che riflettono viene da fuori.
L’essere umano a gran velocità si sta dirigendo verso quello stato di fatto: lo permetteremo?
.....
Ricordate: non c’è rivoluzione possibile senza una profonda trasformazione della nostra psiche a livello individuale perché la nostra mente è programmata dal Sistema.
Per cambiare, quindi, il Sistema che ci imprigiona, prima lo dobbiamo disinstallare dalla nostra mente.
Lo faremo?


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