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senso L'uomo ha bisogno di una religione.

2014
24 mag



È forse necessario che l'uomo segua una religione?

Esiste forse qualche relazione di dipendenza tra la vita degli uomini e la religione, la fede in Dio?

Non può forse la società umana proseguire la sua esistenza senza religione e fede in Dio?

Non è forse vero che è chiamato religioso chi afferma l'esistenza di una divinità per l'universo ed esegue particolari pratiche al fine di soddisfare la sua volontà?

Qualcuno potrebbe pensare che se nella società i doveri di ogni individuo sono determinati conformemente alle leggi inventate dall'uomo e ognuno si sforza di compiere il proprio dovere, le leggi umane possono sostituire quelle divine e la religione diviene cosí superflua.
Esaminando i precetti e le norme della religione isalmica si giunge però alla conclusione opposta.
L'Islam non si occupa infatti soltanto delle questioni inerenti al culto, ma stabilisce anche per tutte le questioni individuali e sociali dell'uomo, leggi e norme perfette: analizza in modo strabiliante lo sterminato mondo umano, disponendo per ogni azione (individuale o sociale che sia) dell'uomo adeguate norme.
Questa straordinaria religione con i suoi precetti garantisce, sotto ogni aspetto e nel massimo grado possibile, la beatitudine e la felicità dell'umanità.
Ogni persona dotata di giustizia ammetterà che le leggi create dal limitato pensiero e dalle relativamente scarse conoscenze dell'uomo non possono rivaleggiare con le norme e i precetti dell'Islam.colombaAllah l'Altissimo descrive nel generoso Corano la religione islamica nel modo ora esposto; per convincersene si mediti sul contenuto dei seguenti versetti coranici. “In verità, presso Allah, la religione {quella vera e giusta} è l'Islam; coloro cui è stato dato il Libro, per via di mutua malevolenza e invidia, non sono entrati in contrasto tra loro se non dopo aver ricevuto la conoscenza della religione vera.
Coloro che negano i segni di Allah sappiano che, in verità, Egli è rapido nel regolare i conti cogli empi”
(Santo Corano, 3:19)
La religione alla quale tutti i profeti hanno invitato la gente consiste sostanzialmente nell'adorare Allah l'Altissimo e nel sottomettersi ai suoi precetti.
I sapienti delle religioni passate, nonostante fossero in grado di distinguere il vero dal falso, a causa del loro fanatismo e della loro ostilità, non si sottomisero alla verità, andando ciascuno per una via diversa; fu in tal modo che comparvero le diverse religioni.
In realtà essi hanno rinnegato i segni di Allah l'Altissimo ed Egli presto li punirà per le loro blasfeme azioni. “Chiunque scelga di seguire una religione diversa dall'Islam, sappia che essa non gli sarà mai accettata ed egli nell'Aldilà sarà nel novero di quelli che non raggiungeranno la salvezza e la beatitudine ”
(Santo Corano, 3:85)
“O voi che avete creduto, entrate tutti nella pace e non seguite le orme di satana, perché, in verità, egli è vostro palese nemico”
(Santo Corano, 2:208)
“Osservate il patto di Dio ora che lo avete stretto; non rompete i giuramenti dopo averli rinsaldati, poiché avete costituito Allah come vostro garante. In verità Allah sa ciò che fate”.
(Santo Corano, 16:91)
Tale versetto vuole esprimere che il musulmano è tenuto a rispettare tutti i patti stretti con Allah l'Altissimo o con gli uomini e che non ha il diritto di violarli. “Invita la gente al sentiero del tuo Signore con saggezza e graziosa predica; disputa con loro nella maniera migliore.
In verità il tuo Signore conosce meglio di chiunque altro chi è uscito dal Suo sentiero;
Egli conosce meglio di chiunque altro chi segue la retta via”
(Santo Corano, 16:125)
Tale versetto vuole affermare che il musulmano, per il progresso della propria religione, deve discutere con gli altri conformemente al loro grado di comprensione e in modo che sia loro utile e se non riesce a ricondurre qualcuno sul retto sentiero con l'argomentazione logica, deve servirsi del “jiadàl” {discussione dialettica}, che è uno dei metodi per provare una tesi. “E quando viene recitato il Corano ascoltatelo e fate silenzio; forse in tal modo sarete toccati dalla misericordia divina”
(Santo Corano, 7:204)
“O voi che avete prestato fede, obbedite a Allah, all’Inviato e ai Detentori di Autorità a voi stessi appartenenti.
Se poi vi accade di disputare su qualche cosa, devolvetela a Allah e all'Inviato, se credete in Allah e nel Giorno Estremo.
Questo modo di procedere è meglio per voi e prospetta una fine migliore”
(Santo Corano, 4:59)
Questo versetto ci insegna che nella società islamica per rimuovere le controversie non vi è altro mezzo che il Corano e le parole del Profeta; ogni controversia deve essere risolta con l'ausilio di queste due fonti.
Se poi a volte vediamo un vero musulmano risolvere una controversia mediante l'uso dell'intelletto, dobbiamo sapere che egli lo fa perché il Corano ha accettato i giudizi del sano intelletto. “O Profeta, è per misericordia divina che sei diventato cosí bonario nei loro confronti; se tu fossi stato sgarbato e duro di cuore si sarebbero dispersi dintorno a te.
Perdonali dunque e chiedi il perdono di Dio per loro.
Consultati con loro sulle varie questioni e quando hai preso una decisione confida in Dio, perché, in verità, Dio ama chi confida in Lui”
(Santo Corano, 3:159)
Poiché essere cortesi, benevoli e consultarsi reciprocamente sulle varie questioni sono cose che creano affetto e amore tra le persone, poiché gli individui di una comunità devono essere affezionati alla propria guida, affinché il Profeta possa influire sulle persone, Allah l'Altissimo gli ordina di essere bonario e di consultarsi con loro.
Tuttavia, siccome è possibile che la gente sbagli, il Signore gli ordina anche di essere, dopo aver consultato i suoi, autonomi nelle proprie decisioni e di rimettersi, in ogni cosa che fa, a Allah l'Altissimo, poiché nessuno può contrastare la volontà divina.
Allah l'Altissimo nello stesso modo nel quale ha presentato l'Islam presenta la religione giudaica e quella cristiana, i cui rispettivi libri ispirati sono la Torà e il Vangelo, che contengono precetti e norme di carattere sociale. Dice infatti nel Corano: “Ma come fanno a volerti come giudice, quando, presso di loro, vi è la Torà che contiene la legge di Allah?!
E poi, dopo che hai giudicato conformemente ad essa, respingono la tua sentenza!
Essi non sono credenti!”
(Santo Corano, 5:43)
“In verità, Noi abbiamo fatto discendere la Torà; in essa vi è la guida verso la verità e la luce.
I Profeti, che erano sottomessi alla legge di Allah, con essa giudicavano fra chi diventò giudei e lo stesso facevano i loro pii educatori e i loro sapienti, e ciò perché era stata loro chiesta la custodia del Libro di Allah e che erano i suoi testimoni.
Non temete dunque la gente ma temete Me!
Non barattate i Miei segni a vile prezzo! Coloro che non giudicano mediante ciò che Allah ha fatto discendere, sono miscredenti”
(Santo Corano, 5:44)
“Dopo di loro {i profeti inviati prima del Messia} mandammo Gesú figlio di Maria, attestante la verità della Torà, che era stata fatta discendere prima di lui, e gli demmo il Vangelo, nel quale vi era guida {verso il vero} e luce, attestava la verità della Torà, prima di esso inviata, ed era guida e consiglio per i timorati di Allah”
(Santo Corano, 5:46)
“E Noi facemmo discendere su di te questo libro {il Santo Corano} giustamente; esso attesta la verità dei libri ispirati in precedenza ed è loro guardiano e protettore.
Giudica quindi tra loro secondo quanto Allah ha fatto discendere e non andare dietro alle loro passioni, rinnegando cosí ciò che della verità è disceso su di te...”
(Santo Corano, 2:208)
Da quanto è stato finora detto, diviene chiaro che, secondo il Corano, la religione è il metodo di vita dal quale l'uomo {se vuole raggiungere la sua reale beatitudine, la propria vera felicità} non può sfuggire; si è inoltre compreso che la differenza esistente tra la religione e la legislazione sociale è che la prima proviene da Allah l'Altissimo, mentre la seconda è frutto del pensiero umano. In altre parole, la religione collega la vita sociale della gente con l'adorazione di Allah l'Altissimo, con la sottomissione a Allah l'Altissimo, mentre nelle legislazioni sociali non viene data alcuna importanza a questa relazione.

I vantaggi della religione.

Da quanto sinora detto si è compreso che la religione esercita una profonda influenza riformatrice sull'individuo e sulla società, tanto che essa può essere tranquillamente considerata l'unica via di salvezza dell'uomo, l'unico modo che egli ha a disposizione per raggiungere la beatitudine.
In effetti, gli individui di una società non vincolata alla religione perdono il proprio realismo, la propria attitudine a pensare e a ragionare, vanificano i giorni della propria preziosa vita nello smarrimento, nella superficialità, nell'incoscienza e ignorano ciò che dice il loro intelletto.
Essi si riducono insomma a vivere al pari di sciocchi animali e cadono inevitabilmente nell'immoralità e nel vizio, perdendo del tutto quelle caratteristiche proprie dell'essere umano.
Gli individui di una tale società, non solo non raggiungeranno il loro finale grado di perfezione e l'eterna beatitudine, ma subiranno anche, nella loro breve e fugace vita di questo mondo, le nefaste conseguenze e gli spiacevoli effetti delle proprie turpi azioni; alla fine vedranno le conseguenze della propria incoscienza, comprenderanno in modo assai chiaro che l'unica via che porta alla beatitudine è quella della religione, della fede in Allah l'Altissimo e, alla fine, si pentiranno della loro indegna condotta.
Allah l'Altissimo nel Santo Corano dice: “Chi si tiene lontano dal male e dal peccato è salvo.
Chi invece compie il male e pecca non raggiungerà la salvezza {e brucerà nel fuoco dell'Inferno}”
(Santo Corano, 91:9-10)
Sí, la beatitudine dell'uomo, la felicità dell'individuo e della società, dipendono dal rispetto dei precetti religiosi e ciò che conta è la sostanza dei fatti, la pratica, non le apparenze, le parole.
Chi si ritiene musulmano e attende con animo cupo, vile carattere e cattiva condotta l'angelo della beatitudine è esattamente come il malato che ignora la ricetta che ha preso dal medico e pretende pure di guarire. Certamente con una tale mentalità non raggiungerà mai il suo scopo.
A tal proposito Allah l'Altissimo nel Corano dice: “Tra i Musulmani, gli Ebrei, i Sabei e i Cristiani, quelli che hanno realmente creduto in Dio e nel Giorno del Giudizio e che hanno operato rettamente, avranno presso Dio una generosa ricompensa”
(Santo Corano, 2:62)
In conformità a questo versetto, taluni potrebbero ritenere che gli individui che hanno creduto in Allah l'Altissimo e nel Giorno del Giudizio e hanno agito rettamente saranno salvi anche pur non avendo riconosciuto per tali tutti o parte dei Profeti.
È perciò necessario ricordare che i versetti 150 e 151 della “Sura delle Donne” dichiarano miscredenti le persone che non riconoscono tutti i Profeti o anche alcuni di essi: “Coloro che negano Dio e i Suoi Profeti, intendono creare divisione tra Allah e i Suoi profeti, dicono: ‘Crediamo in alcuni e neghiamo altri’ e intendono seguire una via intermedia, questi, sono in verità i miscredenti {al pari dei Giudei che hanno negato Gesú e Muhammad (S), e i Cristiani che hanno negato Muhammad (S)}”
(Corano, 4:150-151)

La Religione e la Società.

Analizzando le cause e gli agenti che, nelle epoche passate, hanno dato origine alle diverse società umane, costatiamo che l'uomo in vita sua non vuole e non ricerca che la propria beatitudine e la propria felicità.
Egli non può realizzare questa beatitudine se non assicurandosi in modo completo la totalità dei mezzi di sussistenza dei quali necessita per vivere.
L'uomo comprende insitamente che non sarà mai in grado di procurarsi da solo l'enorme quantità di mezzi di cui necessita per assicurarsi la tranquillità e la beatitudine a cui aspira.
Egli si rende perfettamente conto che da solo non avrà mai il potere di risolvere i problemi della propria vita, non sarà mai in grado di raggiungere la perfezione.
Per questo motivo, per soddisfare i propri bisogni, si vede costretto a adattarsi alla vita sociale, ad accettare che il piú agevole mezzo che ha a disposizione per raggiungere il proprio scopo è la collaborazione con gli altri individui della società in cui vive.
È ciò che spinge gli individui di una società a collaborare per assicurarsi i necessari mezzi di sussistenza.
Ciascuno si impegna al fine di assicurare parte di tali mezzi e quando tutti hanno svolto il proprio dovere i singoli risultati vengono combinati tra loro e ognuno, in proporzione alla propria operosità e alla propria posizione sociale, si prende una parte del risultato totale e la sfrutta per portare avanti la propria vita.
Questa collaborazione ed equa spartizione del risultato del lavoro comune permette all'uomo di garantirsi il suo benessere e la sua beatitudine.

L'assetto sociale: una necessità.

Poiché esiste commistione tra i risultati delle singole attività degli individui della società e siccome tutti vogliono giovarsi di tali risultati, sorgono inevitabilmente determinati conflitti di interesse.
È infatti chiaro che, di solito, gli interessi materiali sono l'origine dei diversi tipi di discordie e distruggono l'amore e la cordialità tra la gente.
Onde preservare l'affiatamento e l'amore tra gli individui della società è necessario instaurare una serie di norme la cui osservanza impedisca ogni possibile disordine e degenerazione anarchica.
In effetti, senza un assetto la società umana cadrebbe in uno stato di disordine tale da non poter durare nemmeno per un giorno.
È poi naturale che tali norme differiscano secondo il livello di civiltà o di barbarie proprie a ogni popolo, a ogni nazione, varino secondo i diversi livelli di cultura delle società e delle loro diverse organizzazioni di governo.
Ma ripetiamo che in nessun caso la società può fare a meno di una serie di usi, di costumi e di norme rispettate da almeno la maggioranza dei suoi membri.
Mai è esistita nella storia dell'umanità una società assolutamente priva di usi, costumi e norme comuni.
Libertà e assetto sociale
Poiché l'essere umano compie tutte le proprie azioni con il proprio arbitrio e la propria elezione, si sente libero di agire e immagina questa sua libertà d'azione come assoluta, libera da vincoli e condizioni.
Egli aspira a una libertà totale, rifugge da ogni genere di limitazione ed è perciò insofferente a ogni proibizione, ad ogni privazione a lui rivolte.
Quando gli viene imposta una limitazione egli prova dentro di sé un particolare affanno, uno speciale senso di abbattimento.
È per questo che le norme che regolano la società, per quanto poche siano, siccome limitano in certa misura l'essere umano, sono sempre contrarie alla sua liberale indole.
L'uomo comprende tuttavia che qualora non accettasse, allo scopo di preservare la società e l'ordine esistente in essa, di cedere, di fronte alle leggi, parte della propria libertà, questa cadrebbe in un disordine tale da annientare del tutto la sua libertà e la sua tranquillità. Egli sarebbe in tal caso libero di violare i diritti altrui, ma non avrebbe alcuna garanzia della difesa dei suoi.
Perciò l'uomo, allo scopo di preservare parte della propria libertà, rinuncia a parte di essa e rispetta le norme che regolano la società.

Ciò che minaccia l'esecuzione delle leggi.

Secondo quanto abbiamo detto, giungiamo a riscontrare una sorta di contrasto, di incompatibilità tra l'indole liberale dell'uomo e le norme vigenti nella società; è come se le leggi, al pari di una robusta catena, lo legassero ed egli cercasse costantemente di liberarsi.
Tale atteggiamento è il maggior pericolo per il mantenimento dell'ordine sociale e delle leggi che ad esso presiedono.
Pertanto, a fianco delle norme e dei doveri di carattere pratico, vengono sempre disposte una serie di norme applicate per punire i contravventori, intimorire la gente e impedire loro di violare le leggi.
Al fine poi di animare gli individui al rispetto delle leggi, si infonde in loro la speranza di ricevere ricompense e premi.
Non si può tuttavia negare che il timore di essere puniti e il desiderio di essere ricompensati sono fattori che possono contribuire solo in parte all'esecuzione delle leggi penali.
Tali fattori non consentono infatti di abolire al cento per cento la trasgressione delle leggi e non sono in grado di preservarne completamente l'autorità e la padronanza, perché le leggi penali, al pari delle altre leggi, possono venire infrante dall'uomo e sono costantemente minacciate dalla sua liberale indole.
Cosí le persone dotate di influenza e di potere possono, senza alcun timore, violare pubblicamente la legge oppure, servendosi della loro influenza, costringere l'organo giudiziario e il potere esecutivo ad accettare le loro illecite pretese.
Coloro che non possiedono una posizione influente, per raggiungere i loro scopi, possono invece approfittare della disattenzione e della debolezza delle autorità che hanno la responsabilità di dirigere e governare la società e trasgredire di nascosto, oppure possono sfruttare altri mezzi come le tangenti, gli agganci e le parentele.
È ovvio che tali comportamenti finiscono per mandare in rovina la società.
Le migliaia di violazioni e di trasgressioni che ogni giorno costatiamo nelle diverse società umane sono la migliore prova di quanto abbiamo ora detto.

La fonte principale di questo pericolo.

Occorre a questo punto vedere donde provenga il pericolo di cui al paragrafo precedente e come si debba domare la superba e liberale indole dell'uomo, al fine di ostacolare la violazione della legge nella società.
L'origine di questo pericolo, che costituisce la principale causa della corruzione sociale, che le stesse leggi non riescono a prevenire, risiede nel fatto che le normali metodologie sociali, che danno luogo alle leggi create dall'uomo, prendono in considerazione la sola dimensione materiale dell'esistenza dell'uomo, tralasciando quella spirituale e trascurando i suoi istinti interiori.
Tali metodologie mirano esclusivamente alla coordinazione e al mantenimento dell'ordine, dell'equilibrio esistente tra le azioni della gente affinché queste si svolgano in modo tale da non sfociare in contrasti e conflitti.
La legge sociale pretende dagli individui della società il rispetto dei suoi articoli, mira a controllare tutte le loro azioni che riguardano la vita sociale, senza curarsi minImamente delle loro qualità interiori, degli intimi sentimenti che li spingono a compiere tali azioni e che costituiscono i nemici interiori e nascosti delle leggi.
Pertanto, ogniqualvolta nel dirigere la società venga trascurata l'indole liberale dell'uomo e centinaia di altri fattori interni {come l'egoismo, la lussuria}, che costituiscono la principale causa della corruzione, la società cadrà in uno stato di disordine e i conflitti, i disordini esistenti si intensificheranno giorno dopo giorno; tutte le leggi sono infatti continuamente minacciate dalle aggressioni di potenti ribelli e dai “notturni” assalti di abili ladri, causati da questi stessi fattori interni.
Nessuna legge può quindi opporsi da sola alla corruzione o prevenire l'insorgere dei conflitti.

Le Religione e le Leggi create dall'Uomo.

La piú avanzata metodologia sociale per garantire l'esecuzione della legge consiste nel varare leggi penali e istituire un organo di sorveglianza.
Tuttavia, come abbiamo già detto in precedenza, né le sanzioni né l'esistenza di una forza di polizia sono in grado di avere ragione degli istinti ribelli dell'uomo e fare in modo che le leggi da esso inventate per dirigere la società vengano effettivamente applicate.
La religione oltre a incaricare una forza di polizia del mantenimento dell'ordine pubblico e varare leggi per punire i contravventori e gli scellerati, dispone anche di potenti strumenti con i quali è in grado di vincere ogni forza avversa.
La religione a seguito del legame che crea tra vita sociale e adorazione di Allah l'Altissimo rende l'essere umano responsabile dinanzi al proprio Creatore di tutte le proprie azioni, sia di quelle che riguardano la sua vita individuale sia di quelle che riguardano la sua vita sociale.
Poiché Allah l'Altissimo, con il Suo infinito potere e la Sua illimitata conoscenza, domina l'essere umano sotto ogni aspetto ed è perfettamente al corrente di ogni suo pensiero e intimo segreto, la religione affida il compito di sorveglianza e di custodia dell'uomo, oltre che a una guardia esteriore, a una guardia interiore, la quale, nel suo lavoro di vigilanza, è infallibile.
A tal proposito, Allah l'Eccelso nel Santo Corano dice: “Dio sa perfettamente ciò che essi fanno”
(Corano,8:47)
“Ed Egli è con voi ovunque voi siate”
(Corano, 57:4)
“Il tuo Signore ripagherà completamente le loro azioni, ché, in verità, Egli sa perfettamente ciò che fanno”
(Corano,11:111)
“ In verità Allah vi sorveglia”
(Santo Corano,4:1)
Se ora poniamo a confronto la persona che vive in un ambiente in cui vige il diritto umano con quella che vive in un ambiente religioso, l'eccellenza e la superiorità della religione ci apparirà in tutta chiarezza.
In una società i cui individui sono religiosi, siccome sanno che Allah l'Altissimo osserva costantemente le loro azioni, la vita si svolge in assoluta pace e armonia.
Gli individui che vivono in una tale società si rispettano, non si comportano tra loro in modo violento, non si calunniano ed evitano persino di essere sospettosi nei confronti del prossimo.
La religione vieta infatti all'uomo di essere sospettoso nei confronti degli altri, cosa che viene però trascurata dalle leggi create dall'uomo. Il Santo Corano a tal proposito dice: “O voi che avete prestato fede, tenetevi lontano da molti dei sospetti, ché, in verità alcuni sospetti costituiscono peccato”
(Corano,49:12)
In un ambiente religioso l'uomo sta completamente tranquillo, vive i giorni della sua vita in assoluto benessere e alla fine raggiunge l'eterna beatitudine.
Contrariamente a quanto è stato finora detto, in un ambiente in cui vigono solamente le leggi inventate dall'uomo, gli individui evitano di compiere atti vietati solo quando vedono che la forza di polizia osserva le loro azioni, diversamente è possibile che compiano qualsiasi trasgressione.
Ogni individuo religioso, secondo quanto gli ha insegnato la religione, sa che la sua esistenza non si circoscrive ai pochi giorni trascorsi in questo mondo effimero ed è conscio del fatto che dopo la sua morte un'altra vita, illimitata e infinita, l'attende; egli sa bene che con la morte non si annienta ed è altresí conscio del fatto che l'unica via che l'uomo ha per raggiungere la perpetua beatitudine e l'eterna tranquillità consiste nell'osservare i precetti religiosi, inviati dal Signore Altissimo mediante i Suoi messaggeri.
Egli sa che i precetti religiosi provengono da Allah, l'Onnipotente, l'Onnisciente, l'Onniveggente, che conosce perfettamente ogni azione esteriore dell'uomo e ogni suo sentimento intimo e pensiero nascosto.
Egli sa che verrà da Lui ripagato per ogni buona azione che ha compiuto nel corso della sua vita e punito per ogni sua trasgressione.
Nessuno può sfuggire alla giustizia di Allah l'Altissimo nascondendogli i peccati che ha commesso.
Ogni individuo religioso in base ai principi della propria religione, sa che ogni volta che osserva un precetto religioso ubbidisce al proprio Signore e che, nonostante che solitamente il servo, in quanto servo, non abbia diritto a nessun compenso dal suo padrone per l'esecuzione di un suo ordine, riceverà, per grazia e benevolenza del Signore, una generosa ricompensa per aver eseguito i Suoi ordini.
Da questo punto di vista, ogni suo atto d'obbedienza costituisce in realtà una transazione che egli accetta di eseguire di propria volontà.
Egli cede volontariamente una parte della propria libertà in cambio del compiacimento di Allah Benevolo e della Sua futura ricompensa. Cosí la persona osservante, rispettando i precetti religiosi, è, in assoluta beatitudine, occupata a transare volontariamente la propria libertà con una merce infinitamente piú preziosa.
Al contrario, colui che non è religioso, siccome considera l'osservanza delle norme e delle leggi un danno per se stessa, siccome la sua liberale indole non riesce a sopportare di perdere parte della propria libertà, cerca sempre di violare la legge e riconquistare cosí la libertà perduta.
La religione presenta caratteristiche che la differenziano ulteriormente dal diritto umano; ad esempio gli osservanti rifuggono volontariamente dal peccato, mentre coloro che seguono il diritto umano non lo fanno che per timore di essere puniti dalla legge; la religione governa totalmente l'essere umano, mentre la legge non è dotata di un simile potere: essa lo domina sia esteriormente sia interiormente, contrariamente alla legge che non può ordinare e dominare che esteriormente.
La religione non è solamente un'autorità che impedisce di agire in modo biasimevole, è anche un maestro che insegna all'essere umano le virtú e le doti, il che non accade nel caso del diritto umano, di natura esclusivamente repressiva.
Se i vantaggi offerti dal diritto umano fossero considerati eguali a una unità, quelli della religione sarebbero superiori a diverse migliaia.
Coloro dunque che si adoperano al fine di annientare la religione e non vedono altro che il diritto laico, sono simili a chi amputa con le sue stesse mani la propria gamba sana per sostituirla con una di legno.
Da quanto precede, possiamo dedurre che la religione è il migliore mezzo per dirigere e guidare la società umana, e piú di ogni altro metodo riesce a indurre la gente al rispetto delle leggi vigenti nella società

** Tratto da: Al-Islam.org **



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