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riflessioni Quando la falsa libertà uccide i diritti dell'altro.

2015
22 gen



Papa Francesco condanna la strage di Charlie Hebdo: Non si può insultare la fede. È una aberrazione uccidere in nome di Dio, non si può insultare la fede degli altri. Con queste parole, pronunciate a bordo dell’aereo diretto nelle Filippine e riferite da Radio Vaticana, papa Francesco interviene sull’azione dei terroristi islamici a Parigi contro Charlie Hebdo. Non si può prendere in giro la fede,avverte il papa, c’è un limite, quello della dignità di ogni religione. Per Bergoglio, sia la libertà di espressione che quello di una fede a non essere ridicolizzata sono due diritti umani fondamentali. Alla domanda di un cronista francese che gli chiedeva fino a che punto si può andare con la libertà di espressione, il pontefice ha chiarito: Sì alla libera espressione, ma se il mio amico dice una parolaccia sulla mia mamma, si aspetti un pugno. Questo il limite che secondo il papa regola la libertà religiosa: Non si giocattolizza la religione degli altri. dice Bergoglio.
Francesco ha ricordato che La libertà di espressione è un diritto, ma anche un dovere. Neppure, dice il papa, si offende la religione, ma in questo caso non si reagisce con violenza. Poi ha spiegato, senza mancare di rispetto a nessuno che Dietro ogni attentato suicida c'è uno squilibrio, non so se mentale, ma certamente umano. In una nota diramata subito dopo la strage Bergoglio aveva condannato Ogni forma di violenza, fisica e morale, che distrugge la vita umana, vìola la dignità delle persone, mina radicalmente il bene fondamentale della convivenza pacifica fra le persone e i popoli, nonostante le differenze di nazionalità, di religione e di cultura Il Papa aveva precisato che Qualunque possa esserne la motivazione, la violenza omicida è abominevole, non è mai giustificabile e la vita e la dignità di tutti vanno garantire e tutelate con decisione. Ogni istigazione all’odio va rifiutata, il rispetto dell’altro va coltivato La tragica strage avvenuta a Parigi è una dimostrazione che gli altri non sono più percepiti come esseri di pari dignità, come fratelli e sorelle in umanità, ma vengono visti come oggetti: l’essere umano da libero diventa schiavo, ora delle mode, ora del potere, ora del denaro e perfino di forme fuorviate di religione. papa

JE ne SUIS pas CHARLIE Brown!

Forse sarebbe più giusto trasformare così lo slogan diffusosi in occasione dell'attentato alla testata giornalistica francese che, come un tormentone, gira sul web e nei mass media senza sosta in questi giorni.
Se non siamo bambini ( e, in effetti, non lo siamo ), sappiamo di dover rispettare in primo luogo i valori degli altri a prescindere dal fatto di riconoscerli o meno come valori.
Sappiamo di dover ascoltare anche ciò che non condividiamo.
Sappiamo di non poter insultare senza alcun ritegno in nome di una fantomatica libertà di stampa!».

LIBERTA'

Libertà è una delle parole più belle del vocabolario: ci sono uomini diventati eroi perché morti in nome della libertà, ci sono strade intitolate alla libertà, ci sono partiti che si riconoscono in questo valore e che hanno voluto la parola libertà nel loro nome.
Talvolta, e purtroppo sempre più spesso, la parola libertà viene confusa con un’altra dal significato completamente diverso: potere.
Libertà e potere vengono considerati facce di una stessa medaglia.
Come se il potere determinasse automaticamente un bonus extralarge di libertà, come se essere nella possibilità di fare qualcosa legittimasse qualsiasi cosa si decida di fare.

Avete mai pensato se siete davvero liberi di decidere, di agire, di pensare?

Io, in primo luogo, mi rendo conto che poi tanto liberi non siamo, almeno come vorremmo davvero essere.
Quella che viviamo è una condizione di libertà apparente, dietro la quale si celano i fili che manovrano ogni nostro singolo movimento, ogni nostra scelta. Ceto, il nostro è un libero arbitrio: siamo liberi di fare o non fare una determinata cosa, ma quanto questa scelta è libera da condizionamenti esterni?
Tanti sono i fattori che limitano la nostra libertà, in primo luogo il fattore SOLDI

--> SCHIAVI DEI SOLDI
Siamo prigionieri di una società nella quale si è costretti a trascorrere la maggiorparte della propria esistenza lavorando come schiavi al fine di poter sopravvivere al ritmo di vita della società moderna.
Società che pretende sempre di più dal singolo cittadino e che dall'altro lato offre sempre meno.

---> SCHIAVI DELLA MODA

Ieri capelli ricci, rossi, jeans neri aderenti come collant, maglietta rossa, scarpe tacco 15.
Oggi capelli lisci, cortissimi, camicia bianca, gonna corta.
E per domani cosa prevedono i giornali di moda?
La maggior parte di noi si sveglia la mattina con un terribile dubbio: cosa metterò oggi?
Certo è una decisione molto ardua perchè non si può scegliere in base al proprio gusto personale ma bisogna copiare il più possibile l'amico, l'attrice famosa, i modelli che sfilano sulle passerelle.
E chi non li indossa perchè non se li può permettere o semplicemente perchè ha gusti differenti e magari migliori viene da subito considerata uno sfigato, poi viene emarginata da tutti e non ha più diritto ad avere amici.
Moltissimi di noi sono ormai schiavi della moda, sfogliano riviste notte e giorno solo per vedere cosa è in e cosa è out, girano e rigirano per tutti i negozi in cerca dell'abito perfetto, comprando abiti costosi solo perchè sono firmati da stilisti famosi.
Non siamo liberi neanche di vestirci secondo il nostro gusto personale.

---> SCHIAVI DELLA TV

Adolescenti all'assalto delle selezioni per diventare velina.
Studenti, casalinghe e padri di famiglia ansiosi di raccontare i propri fatti privati davanti alle telecamere.
La febbre del video non risparmia nessuno. La tv condiziona pesantemente la nostra vita: almeno il 50% dei comportamenti quotidiani della gente è guidato dai programmi televisivi dice il sociologo Francesco Morace. E' un tipo di persuasione che funziona in modo indiretto, e varia da persona a persona: ogni spettatore assimila un messaggio televisivo mescolandolo alla propria cultura e al proprio carattere.
I meccanismi psicologici individuali sono talmente complessi che non c'è una legge valida per tutti.
tg

La tv ci rende schiavi

Schiavi della pubblicità. che, inconsciamente, ci spinge a comprare tal o tal prodotto.
Crediamo di poter scegliere, di essere abbastanza scaltri da saper filtrare, distinguere i programmi televisivi dagli spot,ignorare la pubblicità, relegarla a ingannevole messaggio da evitare, ma in verità siamo completamente disarmati e subiamo inconsapevolmente un continuo lavaggio del cervello. Un terribile nemico in casa: il televisore! Siamo schiavi.

Schiavi della droga, di mariti violenti, della pornografia che ci viene sbattuta ogni giorno in faccia anche dove non ci dovrebbe essere.
Siamo schiavi della violenza gratuita dei film e programmi televisivi; di finte notizie spacciate come vere; di messaggi subliminali e bombardamenti musicali che inneggiano al nudo, alla libertà più assoluta e alla violenza...ecc ecc.

Siamo realmente liberi di dire e professare ciò che vogliamo?

CENSURA
Per censura si intende il controllo della comunicazione o di altre forme di libertà (libertà di espressione, di pensiero, di parola) da parte di una autorità.
Nella maggior parte dei casi si intende che tale controllo sia applicato nell'ambito della comunicazione pubblica, per esempio quella per mezzo della stampa o altri mezzi di comunicazione di massa; ma si può anche riferire al controllo dell'espressione dei singoli.
- Tipi di censura:
Censura repressiva:
La censura di tipo repressivo colpisce successivamente alla diffusione del "testo", sia esso carta stampata, programma televisivo, film, ecc. Ciò avviene tramite il suo sequestro.
Censura militare:
La censura militare impedisce ai singoli soldati di esprimere opinioni e divulgare informazioni che possano mettere in cattiva luce l'istituzione militare o comprometterne la sicurezza.
Nei regimi autoritari la censura politica impedisce a individui, associazioni, partiti e mezzi di informazione di divulgare informazioni ed esprimere opinioni contrarie a quelle del potere esecutivo.
Tale censura si realizza attraverso il divieto di trattare taluni argomenti o attraverso il controllo preventivo dei contenuti divulgati dai mezzi di informazione.
Censura cinematografica:
La censura cinematografica viene esercitata sui film attraverso un organo statale, che può, a seconda dei casi, intervenire sulla proiezione, sulla distribuzione e talvolta su diverse fasi della realizzazione stessa di un film.
Ancora oggi, il mondo, è pieno di censure, di tagli, ma così abilmente nascosti agli occhi dello spettatore, che questi non se ne rende quasi più conto.
NOTA BENE Vorrei precisare una cosa fondamentale, questo articolo non è un inno alla libertà, bensì un voler dimostrare a tutti coloro che si credono liberi di agire e di esprimersi come più gli piace, che questa è pura e semplice illusione!
Nessuno è realmente e totalmente libero !!
ED E' GIUSTO CHE SIA COSI'
Provate soltanto ad immaginare un mondo privo di leggi dove tutto è possibile!!!
Un mondo nel quale si è liberi di offendere chi si ha di fronte senza alcun ritegno; si è liberi di impadronirsi di ciò che è di proprietà altrui; di prevalere sul diritto di libertà dell'altro; liberi di vestirsi come ci pare e piace ....dove andremo a finire?
Alla distruzione dell'intero pianeta, e in pochissimo tempo.
In assenza di regole, la libertà diventa arbitrio, abuso.
Può essere un controsenso, ma l'uomo per essere veramente libero e in pace, ha bisogno di regole, di esempi da seguire, ma soprattutto di essere educato.
Le leggi non sono l'unico strumento per porre un limite: la vera partita si gioca sul piano educativo. IO NO SONO CHARLIE.
Io non sono Charlie : non mi permetto, in nome di una falsa libertà di stampa, di fare satira anche su argomenti sensibili quali la religione.
Non perché ci possano essere individui ai quali questa satira non piace, ma perché conosco il limite al di là del quale nessuno dovrebbe andare: porto profondo rispetto verso il mio Creatore, verso i profeti e gli uomini di fede in generale.

Io non sono Charlie perché pongo un preciso limite alla mia voglia di ilarità e di libertà perché so perfettamente che essa termina dove inizia la libertà altrui.
La lingua ferisce e uccide più di qualsiasi arma ed è la causa principale di conflitti, fraintendimenti, delusioni, sconfitte... guerre.
Molti adolescenti si son tolti la vita perché ingiustamente derisi su Facebook ; altrettanti perché, sempre scherzando, son stati chiamati gay.
Politici e uomini famosi espongono continuamente querele x parole diffamatorie nei loro confronti.
E di esempi ne potrei elencare all'infinito

Io non sono Charlie perché so che gli uomini non sono tutti uguali e ci può benissimo essere qualcuno che non la pensi allo stesso mio modo, che non abbia la mia stessa forza e coraggio di affrontare i problemi e le umiliazioni.

Io non sono Charlie : il rispetto per gli altri viene prima di ogni altra cosa.
Prima del denaro, prima della notorietà, prima del successo.

Io non sono Charlie perché sono contro la violenza ( qualsiasi tipo di violenza : fisica e verbale) ; sono contro il terrorismo (che colpisce sempre e solo gli innocenti ).
Sono a favore dell'uguaglianza tra i popoli e le razze.
Non faccio mai di tutta l'erba un fascio perché so che non tutti sono uguali.

Io non sono Charlie semplicemente perché sono un musulmano praticante, che porta rispetto verso se stesso e verso il prossimo in primo luogo.



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